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Ecco perché non è diffamazione lasciare un luogo di lavoro e mandare una mail con critiche e osservazioni

È la conclusione a cui sono arrivati i giudici dei Ferrara che riporta la notizia di un uomo che prima di lasciare il proprio impiego, aveva deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa
Ecco perché non è diffamazione lasciare un luogo di lavoro e mandare una mail con critiche e osservazioni
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Non è diffamazione lasciare un luogo di lavoro e mandare una mail con critiche e osservazioni. È la conclusione a cui sono arrivati i giudici dei Ferrara, come riporta Il Corriere di Bologna, che riporta la notizia di un uomo che prima di lasciare il proprio impiego, aveva deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Aveva quindi buttato giù un’e-mail e l’aveva inviata a tutta la rubrica aziendale, elencando ciò che, secondo la sua opinione, non funzionava in quel luogo di lavoro che stava per abbandonare. I titolari avevano ritenuto che quelle critiche fossero offensive e lo avevano denunciato per diffamazione aggravata.

Il giudice ha ritenuto che il fatto non costituiva reato, assolvendo l’uomo e ritenendo che la sua critica non rappresentasse alcun illecito. “Ciao a tutti, come penso ormai saprete, dopo circa sette anni e mezzo, finalmente si conclude la mia avventura. Dico finalmente perché mi è costato non poco accettare già il primo rinnovo” aveva scritto l’uomo nella lettera d’addio poi contestata dai vertici aziendali. Poi aveva aggiunto un elenco di tutto che non gli sarebbe mancato citando “le continue difficoltà ad avere gli attrezzi per lavorare, armadietti che si chiudano davvero con la scusa di dover tenere basse le spese di reparto… e come vengono trattati molti colleghi, tenuti nell’ignoranza non si sa per quale motivo, e dai quali poi si pretende comunque”. Insomma un vero e proprio cahiers de doleance che però rientra perfettamente nel diritto di critica.

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