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La Commissione cede sul bilancio Ue 2028-2034: in arrivo modifiche per rispondere alle critiche di Ppe, S&D, Renew e Verdi

Oggi la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, vedrà la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e la premier danese, Mette Frederiksen. Mercoledì è previsto il dibattito in plenaria
La Commissione cede sul bilancio Ue 2028-2034: in arrivo modifiche per rispondere alle critiche di Ppe, S&D, Renew e Verdi
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La Commissione europea ha proposto diverse modifiche al prossimo bilancio settennale dell’Ue da circa 2mila miliardi di euro nel tentativo di scongiurare una rivolta nel Parlamento europeo. Lo riferisce Politico, dopo avere visionato un documento arrivato poche ore prima dell’incontro virtuale di oggi tra la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e la premier danese, Mette Frederiksen, il cui Paese detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. L’incontro è un ultimo tentativo di mediare un compromesso di fronte alle relazioni sempre più tese tra Parlamento e Commissione. Il nuovo bilancio richiede l’approvazione del Parlamento prima di entrare in vigore nel 2028: mercoledì è previsto il dibattito in plenaria.

E’ insolito che la Commissione proponga modifiche alla propria proposta di bilancio: è una risposta alle pressioni dei quattro partiti che compongono la tradizionale maggioranza centrista in Parlamento, Ppe, S&D, Renew e Verdi. Il documento, spiega un alto funzionario europeo, introduce “aggiustamenti mirati su aspetti politicamente sensibili come la Pac e la coesione”, rafforzando il ruolo delle Regioni: di fatto una retromarcia rispetto alla proposta originaria.

In cima al cahier de doléances dei partiti c’è la proposta di accorpare fondi agricoli e regionali (circa la metà del bilancio da 1,8 mila miliardi) e porli sotto il controllo delle rispettive capitali, dando troppo potere a queste ultime secondo gli europarlamentari. L’esecutivo Ue propone dunque un “obiettivo rurale” che obbligherebbe i governi a spendere il 10% degli importi totali dei piani nazionali per l’agricoltura, fondi da aggiungere ai 300 miliardi di euro di finanziamenti diretti per gli agricoltori già inclusi nella proposta originale di luglio.

Bruxelles propone anche di dare ai leader regionali, preoccupati di non avere voce in capitolo nello spendere i fondi, maggiori poteri nel determinare come viene speso il denaro e un posto al tavolo nelle riunioni di pianificazione tra i governi nazionali e i funzionari della Commissione. In un’ulteriore concessione, la Commissione ha proposto garanzie per ridurre il rischio che i governi nazionali taglino i pagamenti alle regioni più sviluppate, nonché di concedere al Parlamento un ruolo maggiore nel decidere come viene speso il finanziamento pubblico dell’Ue.

Diversi europarlamentari della maggioranza hanno spiegato ai media che si tratta di uno sviluppo positivo, ma ci si può aspettare opposizione da parte delle capitali Ue, che stanno emendando la proposta della Commissione e generalmente si oppongono a concedere concessioni anticipate al Parlamento, come rileva Politico.

La presidenza danese punta a presentare un primo schema di compromesso privo di cifre in vista del Consiglio europeo del 18 dicembre, che segnerà l’avvio del confronto politico sulle partite più delicate – coesione e agricoltura – con l’obiettivo di raggiungere un accordo complessivo che dovrà essere approvato anche dall’Eurocamera.

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