Garante privacy, Ghiglia contro Report sul caso Meta: “Forzatura diffamatoria”. Ranucci replica: “Fatti inoppugnabili”
Report “travisa, ancora una volta, la realtà dei fatti documentalmente provata” attraverso una “pura forzatura con intenti diffamatori“. Agostino Ghiglia, membro del Garante della privacy in quota Fratelli d’Italia, si scaglia contro la trasmissione di Rai 3 dopo le anticipazioni della puntata di domenica sera, in cui si rivela come l’Authority abbia concesso un maxi-sconto a Meta – il colosso tech che controlla Facebook, Whatsapp e Instagram – su una sanzione milionaria per i suoi smart glasses, gli occhiali a realtà aumentata. Una decisione presa il giorno dopo che Ghiglia aveva incontrato Angelo Mazzetti, responsabile delle relazioni istituzionali di Meta in Italia, al forum ComoLake promosso dalla Presidenza del Consiglio. “Sostenere che vi sia una correlazione tra la mia partecipazione all’evento ComoLake del 16 ottobre 2024 e gli incontri effettuati in quella occasione, tra cui quello con un dirigente di Meta (…) e la discussione in Collegio del 17 ottobre 2024 sul provvedimento RayBan-Smart glasses travisa, ancora una volta, la realtà dei fatti documentalmente provata”, afferma Ghiglia all’Ansa. “Insinuare malevolmente ed erratamente tramite reels anticipatori e, probabilmente, nella puntata di Report di questa sera, che io abbia avuto un qualsivoglia ruolo in una eventuale rideterminazione della sanzione è una pura forzatura con intenti diffamatori”, accusa.
Dopo le anticipazioni, il Garante ha fatto sapere di “auspicare” che la puntata non andasse in onda. “Non è stata travisata nessuna frase, ma Report documenta una serie di fatti inoppugnabili su quello che è accaduto”, replica all’Ansa il conduttore Sigfrido Ranucci. “L’ipotesi di un danno erariale con conseguenti responsabilità”, ricorda, “è stata sollevata da uno degli stessi membri del Collegio (Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente in quota Lega, ndr). Se una multa ipotizzata dagli stessi dipartimenti tecnici che era di 44 milioni, poi diventata 12,5 milioni, poi di un milione caduto pure in prescrizione nonostante i garanti fossero a conoscenza delle scadenze, è un danno erariale, non lo decide Ghiglia o gli altri ma la Corte dei Conti. Vedremo se e quando vedrà gli atti deciderà se indagare. Avremmo voluto confrontarci direttamente con i membri del collegio del Garante, a cui abbiamo chiesto l’intervista, compresa anche Ginevra Cerrina Feroni che aveva parlato di ipotesi di danno erariale nel corso di un collegio. L’unico che ci ha dato l’intervista, Guido Scorza, ha preferito non parlare degli occhiali perché si è astenuto dalla votazione”, spiega.