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Ucraina, cinque mesi di raid mirati per mettere fuorigioco i droni di Kiev: così i russi sono arrivati fino a Pokrovsk

Prima i bombardamenti sul retro della prima linea, poi l'infiltrazione di terra per mettere fuori uso le posizioni da cui vengono lanciati i velivoli senza pilota: così le truppe di Mosca sono riuscite ad arrivare fino alla città
Ucraina, cinque mesi di raid mirati per mettere fuorigioco i droni di Kiev: così i russi sono arrivati fino a Pokrovsk
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L’avanzata è lenta, ma costante. Ventuno mesi di operazioni, cinque dei quali utilizzati per piazzare il cavallo di Troia dietro alle linee nemiche, ovvero colpire le capacità avversarie nell’utilizzare i droni. E’ la strategia con cui le forze armate russe sono arrivate a Pokrovsk, hub logistico fondamentale per l’esercito ucraino nell’oblast di Donetsk, prendendo il quale Mosca può sfondare sul fronte orientale. Una strategia che conferma l’importanza capitale che gli “Unmanned Aerial Vehicle” rivestono nella guerra tra Russia e Ucraina.

Le forze di Mosca, spiega un’analisi delll’Institute for the Study of War, think tank con sede a Washington, operano su due piani. Il primo è quello che in gergo militare si chiama “Battlefield air interdiction“, operazioni che consistono nel colpire dal cielo la parte posteriore della prima linea per negare all’avversario l’uso delle linee logistiche e delle strutture necessarie a sostenere le operazioni sul campo di battaglia. Il secondo piano, che segue cronologicamente il primo, è quello delle operazioni di terra. Un’unità di Kiev specializzata nell’uso dei droni, riporta l’ISW, ha riferito che i russi “stanno inviando a Pokrovsk ogni giorno quasi 100 squadre di fuoco composte da un massimo di tre uomini ciascuna“, che “stanno sopraffacendo le posizioni ucraine, al punto che gli operatori di droni non hanno il tempo di lanciarli“. Risultato: gli ucraini non riescono a colpire dall’alto le truppe di terra russe, che così possono avanzare verso il centro abitato.

Questa infiltrazione, secondo l’analista militare ucraino Konstantyn Mashovetz, avviene in tre fasi. In quella di preparazione vengono identificate le linee di comunicazione che supportano le posizioni ucraine avanzate e i siti da cui vengono lanciati i droni. A quel punto entrano in azione le forze speciali Spetsnaz che conducono attacchi a sorpresa contro gli avamposti avversari, e dietro di loro partono le forze d’assalto standard a cui è affidata la vera e propria infiltrazione del territorio. Una volta conquistata una posizione, ulteriori piccoli gruppi d’assalto vengono inviati a consolidarla.

L’avanzata verso Pokrovsk è cominciata 21 mesi fa. Le forze russe hanno iniziato a puntare verso la città nel febbraio 2024, dopo aver conquistato Avdiivka, 39 chilometri più a est. I primi tentativi di attaccarla frontalmente non sono serviti a nulla, così in autunno era partita una manovra di accerchiamento e a inizio 2025 una nuova serie di assalti frontali. Le loro capacità di utilizzare i velivoli senza pilota ha permesso agli ucraini di neutralizzare ogni tipo di offensiva. Fino allo scorso luglio, quando Mosca ha messo in campo la nuova strategia, nella quale i droni sono stati un fattore cruciale.

E’ stato proprio negli ultimi mesi che le operazioni russe hanno conosciuto un salto di qualità, anche tecnico. Per bombardare il retro della prima linea ucraina Mosca ha utilizzato sistemi avanzati come i droni “first person view” ovvero con visuale in prima persona e gittata aumentata, quelli “dormienti“, che possono cioè rimanere in uno stato di bassa potenza per lunghi periodi in attesa di essere attivati a distanza, e testate termobariche. Tutto affidato ad operatori addestrati dal Rubikon Center for Advanced Unmanned Technologies, unità militare d’élite creata nell’agosto 2024 e specializzata nella guerra con i droni, “il cui scopo principale – ha affermato Mashovetz il 4 novembre – è proprio dare la caccia a chi manovra i velivoli senza pilota ucraini”.

Il risultato è che ora Pokrovsk può cadere. Le truppe di Mosca, ha riferito l’ISW, si stanno spostando su tutto il fronte nord anche se parte consistente dell’area urbana resta contesa. La situazione però va velocemente deteriorandosi: “Trenta giorni fa, a un incrocio sulla strada che conduce alle nostre posizioni, c’era solo una delle nostre auto distrutte”, ha raccontato al Kyiv Independent Artem Fysun, membro dell’unità di droni “Peaky Blinders” inviata in estate a difendere la città. Quando qualche giorno fa il soldato ha lasciato la postazione “nello stesso punto c’erano circa una dozzina delle nostre auto. In meno di un mese il nemico ha già distrutto una buona parte del nostro equipaggiamento”. Per ora parlare di un accerchiamento è inesatto, ha detto Roman Pohorilyi, co-fondatore di Deep State, ong ucraina che monitora le operazione sul campo. “Ma in realtà Pokrovsk viene semplicemente assorbita, i soldati nemici si stanno infiltrando e stanno prendendo posizione.”

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