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Roberto Bolaño e i suoi sorprendenti cani romantici (Traduzione di Francesco Marotta)

Cosa di Roberto Bolaño (1953-2003), che non sia già stato detto, scritto e stradetto? Niente, se non forse che oltre a un incredibile narratore è stato anche poeta
Roberto Bolaño e i suoi sorprendenti cani romantici (Traduzione di Francesco Marotta)
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Cosa di Roberto Bolaño (1953-2003), che non sia già stato detto, scritto e stradetto? Niente, se non forse che oltre a un incredibile narratore è stato anche poeta, un grande poeta? Che si è sempre considerato poeta? Che in fondo I cani romantici, eccezionale libro di poesia, è forse la sua opera più sorprendente?

Proponiamo qui alcune poesie tratte da questo libro e tradotte da Francesco Marotta (1954-2025), poeta, intellettuale e traduttore che ha dedicato l’intera vita alla parola in “rivoluzione permanente” della poesia, la sola che scardina una lingua ormai anestetizzata da giornalisti, burocrazia, business-men, “social” e le restituisce la possibilità di essere un vero mezzo di scoperta e conoscenza. Sulla “Dimora del tempo sospeso”, uno dei blog di poesia più interessanti della rete italiana, potete trovare l’intera sua traduzione del libro. Buona rivoluzione.

***

I cani romantici

A quel tempo avevo venti anni
ed ero pazzo.
Avevo perduto un paese
ma mi ero costruito un sogno.
E possedendo quel sogno
tutto il resto non aveva importanza.
Né lavorare né pregare
né studiare fino a notte fonda
insieme ai cani romantici.
Quel sogno dimorava il vuoto del mio spirito.
Una casa in legno,
nella penombra,
in uno dei polmoni del tropico.
Di tanto in tanto ritornavo dentro me
e facevo visita al sogno: una statua eternata
in liquidi pensieri,
un verme bianco che si contorceva
come in amore.
Un amore senza freni.
Un sogno dentro un altro sogno.
L’incubo mi diceva: crescerai.
Lascerai dietro di te le immagini del dolore e del labirinto
e dimenticherai.
Ma a quel tempo crescere sarebbe stato un delitto.
Sono qui, dissi, insieme ai cani romantici
e qui intendo restare.

***

I detective

Ho sognato detective perduti nella città oscura.
Ho udito i loro gemiti, le loro nausee, la riservatezza
Delle loro fughe.
Ho sognato due pittori che non avevano ancora
quaranta anni quando Colombo
scoprì l’America:
uno classico, senza tempo, l’altro
sempre moderno,
come la merda.
Ho sognato una scia luminosa,
il sentiero dei serpenti
percorso in lungo e in largo
da detective
completamente disperati.
Ho sognato un caso difficile,
ho visto i corridoi pieni di sbirri,
i questionari a cui nessuno sa rispondere,
gli archivi infamanti,
e anche un detective
ritornare sul luogo del delitto
solo e tranquillo
come nei peggiori incubi:
l’ho visto sedersi per terra e fumare
in una camera da letto con sangue rappreso
mentre le lancette dell’orologio
viaggiavano fitte attraverso la notte
interminabile.

***

Resurrezione

La poesia entra nel sogno
come un palombaro in un lago.
La poesia, coraggiosa come nessun altro,
entra e cade
a piombo
in un lago immenso come Loch Ness
o torbido e nefasto come il lago Balaton.
Contemplatela dal fondo:
un palombaro
innocente
avvolto nelle piume
del volere.
La poesia entra nel sogno
come un palombaro morto
nell’occhio di dio.

***

Ernesto Cardenal e io

Stavo camminando, sudato e con i capelli appiccicati
sul viso
quando vidi Ernesto Cardenal che proveniva
dalla direzione opposta.
In segno di saluto gli dissi:
Padre, nel regno dei cieli
che è il comunismo,
c’è posto per gli omosessuali?
Sì, rispose.
E per i masturbatori impenitenti?
Per gli schiavi del sesso?
Per i giocherelloni del sesso?
Per i sadomasochisti, le puttane, i fanatici
dei clisteri,
per quelli che ormai non possono più, quelli che veramente
ormai non ce la fanno più?
E Cardenal rispose sì.
Allora alzai lo sguardo
e le nuvole mi parvero
lievi sorrisi rosei di gatti
mentre gli alberi che punteggiavano la collina
(la collina che dobbiamo scalare)
agitavano i rami.
Alberi selvatici, che sembravano dire
un giorno, prima o poi, dovrai pur venire
tra queste braccia morbide, tra queste braccia ruvide,
tra queste braccia fredde. Una freddezza vegetale
che ti farà rizzare i peli.

***

Roberto Bolaño (1953–2003) è stato uno scrittore e poeta cileno. Ha vissuto tra Cile, Messico e Spagna, dove ha scritto le sue opere principali. È noto per romanzi come I detective selvaggi e 2666. Il suo stile mescola realismo, poesia e sperimentazione narrativa.

Francesco Marotta (1954-2025) è stato poeta, traduttore e insegnante di filosofia. Ha tradotto autori come Bolaño, Celan e Bonnefoy. Tra le sue raccolte poetiche: Il verbo dei silenzi, Esilio di voce, Hairesis. Ha creato il blog letterario “La dimora del tempo sospeso”.

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