Elezioni in Olanda, il partito di centro liberale in vantaggio sull’estrema destra di Wilders: ha 15mila voti in più
Il populista di estrema destra di Geert Wilders era in vantaggio, fino a quando non sono arrivati i risultati provvisori di Amsterdam: con il 98,9% dei voti conteggiati, in Olanda il partito D66 dei liberali centristi guidato dal 38enne Rob Jetten è passato in vantaggio di quasi 15mila voti sul Partito per la Libertà (Pvv) del leader anti-Islam. Wilders era in leggero vantaggio, ma lo ha perso dopo che Amsterdam ha pubblicato i nuovi risultati provvisori. Ad Amsterdam il partito più votato è stato il GroenLinks-Pvd, appena davanti al D66. Solo il 6,9% degli abitanti della capitale olandese ha votato invece per il Pvv. Questo risultato consente al D66 di compiere un significativo balzo in avanti nella corsa per diventare il primo partito dell’Olanda. Il D66 ha ora 14.730 voti in più rispetto al Pvv di Wilders. Il D66 ha quasi triplicato i seggi e Wilders ha perso almeno 10 seggi rispetto al record del 2023. A svantaggio del leader di destra resta l’ostilità degli altri partiti: i leader hanno escluso di voler governare con Wilders dopo che a giugno l’esponente del Pvv aveva staccato la spina alla sua stessa coalizione di governo. Questo favorisce il moderato Jetten, per formare un governo come il più giovane premier olandese di sempre.
I centristi avanzano, ma Wilders: “Se saremo il primo partito, tocca noi formare il governo”
Nell’attesa dei risultati definitivi, Wilders ha già messo le mani avanti. “Il Pvv vuole prendere l’iniziativa nel processo di formazione se saremo il partito più grande. Finché non ci sarà chiarezza al 100% su questo, nessun esploratore del D66 potrà prendere il via. Faremo tutto il possibile per impedirlo”, ha dichiarato il leader populista sulla piattaforma X. Un esploratore è un funzionario nominato dal partito vincitore per esaminare possibili coalizioni. Wilders tuttavia ha ammesso come il risultato sia stato inferiore alle attese: “L’elettore ha parlato. Speravamo in un risultato diverso, ma siamo rimasti fedeli alla nostra posizione”, ha scritto sui social media.
“Milioni di olandesi hanno voltato pagina, hanno detto addio a una politica di negatività, dell’odio, del ‘non si può fare'”, ha detto il leader di D66 Rob Jetten ai suoi sostenitori a Leida, dopo che il risultato delle urne annunciato con i primi exit poll. “Voltiamo pagina anche su Wilders”, ha aggiunto.
Non molto distanti altre tre partiti, tra cui i liberali conservatori con 22 seggi, seguiti dal partito di sinistra GreenLeft-Labour e dai cristiano-democratici. Le altre formazioni hanno annunciato di non voler collaborare con Wilders.
Il fallimento della sinistra e i tempi lunghi per il nuovo esecutivo
Ieri sera Jetten ha affermato che i leader politici devono cercare un terreno comune “per formare un governo stabile e ambizioso”. Nel frammentato panorama politico olandese, serviranno probabilmente settimane o mesi. Intanto, l’insuccesso delle sinistre ha spinto Frans Timmermans, ex vicepresidente della Commissione europea, ad annunciare l’intenzione di abbandonare la politica olandese. La coalizione del Partito Laburista con la Sinistra Verde, da lui guidata, ha perso seggi in un’elezione che sperava di vincere.
Il voto è avvenuto in un contesto di profonda polarizzazione nei Paesi Bassi. Violenze sono esplose durante una recente manifestazione anti-immigrazione all’Aia, quando i manifestanti hanno distrutto le finestre della sede centrale del D66, e proteste contro i nuovi centri per richiedenti asilo si sono verificate in vari comuni del paese.
Wilders giù, ma avanza l’altra formazione di ultradestra
Malgrado fosse il favorito, il partito di Wilders è calato nettamente alle elezioni anticipate, che lui stesso ha forzato affossando la coalizione quadripartitica uscente a giugno, in una disputa sull’immigrazione. Il suo partito era il più maggiore della coalizione, durata solo 11 mesi e segnata da lotte intestine. Ciò nonostante, è “improbabile che le elezioni segnino la fine del populismo nei Paesi Bassi”, ha affermato Armida van Rij, ricercatrice senior presso il think tank Centre for European Reform. Secondo l’esperta, un altro partito di destra, JA21, “poco incline al Pvv ma con idee altrettanto antidemocratiche”, ha ottenuto grandi consensi. La formazione aveva un solo seggio nell’ultima legislatura ma ora dovrebbe salire a nove.
Sale l’affluenza, ma raddoppiano le schede bianche
L’affluenza alle urne nei Paesi Bassi ha raggiunto il 78,4%, segnando un lieve aumento rispetto al 77,8% del 2023. La partecipazione al voto nei Paesi Bassi si conferma tra le più alte d’Europa: il record recente risale al 2017, con un’affluenza dell’81,9%, mentre il livello più basso fu toccato nel 1998, quando solo il 73,3% degli elettori si recò alle urne. A livello territoriale, la provincia di Utrecht ha fatto registrare la partecipazione più elevata (82,2%), mentre la più bassa è stata nel Flevoland (73,8%). Spicca tuttavia il forte aumento delle schede bianche, più che raddoppiate rispetto alle precedenti elezioni: da poco più di 19.000 nel 2023 a oltre 39.500 quest’anno, secondo i dati preliminari dell’Anp che nei prossimi giorni dovranno essere validati dalla Commissione elettorale olandese.