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Furto al Louvre, la procuratrice di Parigi: “Ho ancora speranza di recuperare i gioielli”

Laure Beccuau non esclude la possibilità che ci sia dietro un committente al colpo nel museo francese
Furto al Louvre, la procuratrice di Parigi: “Ho ancora speranza di recuperare i gioielli”
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“I gioielli rubati non sono ancora nelle nostre mani, ma ho ancora la speranza di recuperarli e di poterli restituire al museo del Louvre e alla nazione”. Sono le parole della procuratrice della Repubblica di Parigi, Laure Beccuau, a due giorni dal fermo di due sospetti per il clamoroso furto dei gioielli di Napoleone di domenica 19 ottobre. “Si tratta, ovviamente – ha sottolineato – “di gioielli invendibili” e “chiunque li acquistasse si renderebbe colpevole del reato di ricettazione. Non escludiamo la possibilità” di un gruppo molto più ampio di 4 persone, agli ordini di un committente: ha aggiunto Beccuau, precisando che i due fermati hanno “parzialmente confessato” il loro colpo. Il furto era avvenuto intorno alle 9 e 30, durante l’apertura. Quattro ladri sono riusciti a impossessarsi di 9 gioielli di Napoleone Bonaparte, tra cui una collana, una spilla e una tiara. Un colpo del valore di 88 milioni di euro, anche se si tratta di gioielli – le cui immagini sono state pubblicate solo recentemente – inestimabili.

Beccuau ha precisato che sono stati compiuti dagli inquirenti “alcuni passi avanti importanti”. In particolare, uno dei due fermati è già “in libertà vigilata per un altro reato di furto” ed è “pregiudicato per furti aggravati”.
“Nulla – ha aggiunto la procuratrice – lascia pensare che i due abbiano potuto usufruire di una complicità di qualunque tipo dall’interno del museo”.

La procuratrice non esclude invece che a portare a termine il colpo sia stato “un gruppo più vasto” di persone, agli ordini di un “committente“. Uno dei due arrestati ha 34 anni ed è di nazionalità algerina, l’altro è un francese di 39 anni, noto alla polizia per aver partecipato ad un colpo con un’auto usata come ariete. I due “stanno attualmente per essere presentati davanti ai giudici” in vista dell’apertura dell’inchiesta nei loro confronti. “I reati commessi – ha aggiunto la Beccuau – sono passibili di 10 anni di carcere”. Sarà un’operazione “delicata” il resturo della Corona dell’imperatrice Eugenia.

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