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Giamaica, l’uragano Melissa tocca terra: venti a 300 all’ora, a Cuba 600mila evacuati. Finora sette vittime

Il vortice depressionario sta attraversando i Caraibi: "Nessun posto è sicuro". Secondo gli esperti potrebbero essere colpite 1,5 milioni di persone
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L’uragano Melissa ha toccato terra in Giamaica con la potenza di una tempesta catastrofica di categoria 5, la più forte che abbia mai colpito l’isola caraibica da quando sono iniziate le registrazioni degli eventi, 174 anni fa. La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa mette in guardia contro un “impatto massiccio” del fenomeno meteorologico, con venti fino a 300 chilometri orari: “Potrebbero essere colpite 1,5 milioni di persone“, ha dichiarato ai giornalisti il capo delegazione Necephor Mghendi, avvertendo che il numero potrebbe essere “sottostimato”. A Cuba, dove la tempesta dovrebbe abbattersi tra martedì e mercoledì, le autorità stanno provvedendo all’evacuazione di oltre 600mila persone.

Una volta sulla terraferma, l’uragano si è indebolito ed è stato declassato a categoria 4, con venti massimi sostenuti di 240 chilometri orari. Le strade in tutto il Paese sono allagate, comprese alcune delle principali arterie che permettono l’accesso ad aree remote, ha affermato la National Works Agency della Giamaica in vari post sui social media. Si segnalano danni anche ad altre infrastrutture. Secondo l’organismo di controllo di Internet NetBlocks, ci sono state diffuse segnalazioni di interruzioni di Internet in Giamaica mentre l’uragano Melissa si avvicinava all’isola. Le interruzioni sono state segnalate a causa dei venti che hanno abbattuto le linee elettriche.

Il vicedirettore del National Hurricane Center degli Stati Uniti, Jamie Rhome, ha definito la situazione “molto preoccupante“, parlando di precipitazioni “da 50 a 75 centimetri di pioggia“, venti che potrebbero raggiungere i 250 km/h e onde alte fino a 3,3 metri. Il governo dell’Isola caraibica ha sollecitato i residenti a trovare riparo. L’uragano ha già causato almeno sette morti nei Caraibi: tre in Giamaica, tre ad Haiti e una nella Repubblica Dominicana. “Non uscite”, ha esortato il National Hurricane Center che prevede raffiche di vento, inondazioni e devastazioni “potenzialmente letali” su una scala paragonabile a quella causata dagli uragani Maria nel 2017 o Katrina nel 2005, a Porto Rico e New Orleans.

Secondo le autorità giamaicane, lunedì tre persone sono morte nel Paese mentre si preparavano all’arrivo dell’uragano, tagliando rami e lavorando sulle scale. Il Primo ministro Andrew Holness ha avvertito di danni particolarmente significativi nella parte occidentale del Paese. “Non credo che nessuna infrastruttura in quella regione possa resistere a un uragano di categoria 5, quindi potrebbero verificarsi danni significativi”, ha dichiarato alla Cnn, esortando i residenti a evacuare le aree più a rischio.

La velocità relativamente bassa di Melissa, circa 6 km/h, preoccupa gli esperti, poiché le piogge e le frane causate dalla tempesta dureranno probabilmente molto più a lungo di quelle di altri uragani. “La bassa velocità significa che queste condizioni potenzialmente da uragano di grande entità persisteranno o si svilupperanno sull’isola della Giamaica per più di 24 ore, e le condizioni di tempesta tropicale potrebbero persistere per altri due o tre giorni“, ha spiegato Jamie Rhome in un aggiornamento video.

Mentre la Giamaica si bloccava in vista dell’arrivo dell’uragano Melissa, una delle principali stazioni radio dell’isola ha trasmesso canzoni incoraggianti fra cui una nuova jam session reggae che faceva riferimento proprio all’uragano. “Resisti, Giamaica”, ha intonato il cantante rivolgendosi a tutti coloro che nei Caraibi erano stati colpiti dalla tempesta,”alla nostra famiglia a Cuba, alle nostre sorelle ad Haiti”. Fra una canzone e l’altra, le persone chiamavano e riferivano le condizioni nei loro quartieri, con una donna nella Giamaica occidentale che diceva che sembrava che qualcuno stesse bussando forte alla sua porta.

In Giamaica ci sono 881 rifugi aperti, “l’unico loro scopo è la vostra sicurezza – ha sottolineato il ministro degli enti locali, Desmond McKenzie -. Il vostro governo non è insensibile o indifferente alle vostre ansie di lasciare le vostre case per quelli che potrebbero essere almeno alcuni giorni. Tuttavia, vi esorto a ricordare che la ripresa personale, comunitaria e nazionale da questo uragano di gravità storica è possibile solo se siete vivi e in salute per poterlo fare”. Intanto anche le autorità cubane si preparano all’arrivo del ciclone con l’evacuazione di oltre 600mila persone.

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