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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 14:01 del 28 Ottobre

Sfratto a Bologna, il sindaco Lepore: “Servono politiche pubbliche per l’emergenza casa e un argine etico agli affitti brevi”

Il sindaco: "Aumentano gli sfratti per finita locazione, non per morosità. E lo Stato interviene per liberare gli appartamenti ma non mette risorse l’emergenza abitativa"
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“Giovedì abbiamo avuto una scena molto brutta, perché irruzioni in un’abitazione con bambini sfondando un muro sono scene che veramente nessuno vorrebbe vedere.” Così il sindaco di Bologna Matteo Lepore commenta a 24 Mattino, su Radio24, lo sfratto avvenuto il 23 ottobre in via Michelino, nella periferia nord-est della città. Due famiglie, con cinque minori complessivi, sono state allontanate da altrettanti appartamenti dopo la scadenza dei contratti di locazione, notificata già nel 2022. L’intervento, il settimo tentativo di esecuzione, ha visto l’ingresso forzato della polizia in tenuta antisommossa. Gli agenti hanno sfondato un muro con una mazza di ferro per accedere a un’abitazione, scatenando momenti di tensione con gli attivisti del collettivo Plat, presenti in sostegno alle famiglie.
Le famiglie, che avevano sempre pagato l’affitto, denunciano la mancanza di soluzioni abitative dignitose. Il proprietario voleva riconvertire gli spazi in affitti brevi (fino a 700€/notte, vista la vicinanza a BolognaFiere).
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“Il problema è che se da un lato lo Stato interviene per liberare gli appartamenti – osserva Lepore – dall’altro non aiuta mettendo risorse per risolvere l’emergenza abitativa, che ormai è in tutte le città italiane ed europee. Oggi la povertà cresce e cresce la percentuale del reddito necessaria per pagare un affitto. Stanno aumentando gli sfratti per finita locazione, non per morosità: i proprietari decidono di cambiare la destinazione del proprio alloggio e passano all’affitto breve o ad altri usi più redditizi. Ma io credo che, anche dal punto di vista etico, nelle nostre città dobbiamo porre un argine al fatto che le famiglie non trovino più l’abitazione“.

Il sindaco rivendica le iniziative avviate dal Comune per affrontare il problema strutturale dell’abitare. “A Bologna abbiamo creato una fondazione che punta a prendere in gestione gli alloggi sfitti privati, che sono 13mila, circa l’11% del totale. Proponiamo di gestirli garantendo manutenzione e un fondo contro la morosità. Stiamo già lavorando su circa 400 alloggi e l’obiettivo è dare a famiglie in canone concordato un appartamento. Questa credo che oggi sia la priorità.”

Lepore chiede inoltre una regolamentazione nazionale degli affitti brevi, sottolineando l’impatto che la turistificazione sta avendo sulla vita cittadina. “Nessuno vuole vietarli, ma in alcune zone bisogna porre un argine. Dove proliferano le foresterie e gli affitti brevi c’è più pattume, meno sicurezza, non ci sono residenti. Una città è fatta per i cittadini, per gli studenti, non solo per i turisti.
Secondo il primo cittadino, la crisi abitativa non può essere ridotta al solo tema degli affitti brevi. “A Bologna, come a Milano, persone con redditi alti pagano affitti da 1.500 o 2.000 euro al mese, mentre chi lavora fatica a pagare 500 euro. Servono politiche pubbliche: le risorse fanno la differenza. I ritardi del nostro Paese su questo fronte sono enormi, e dobbiamo recuperarli.

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