Membro del Garante della Privacy nella sede Fdi prima della multa a Report, il comunicato dell’authority non smentisce
Il Garante per la privacy non smentisce che un suo componente ha fatto visita alla sede di Fratelli d’Italia, poche ore prima di votare a favore della maximulta a Report. Ma sostiene che comunque quella sanzione è stata elevata con la “piena indipendenza di giudizio e la libertà di determinazione dei suoi componenti”. È questo il contenuto del breve comunicato diffuso dall’authority guidata da Pasquale Stanzione per replicare alla notizia del Fatto Quotidiano. Mercoledì sera, infatti, Agostino Ghiglia, uno dei quattro componenti del Collegio, è stato avvistato in via della Scrofa, davanti alla sede del partito di Giorgia Meloni, come si vede dalle immagini pubblicate dal nostro giornale e che saranno mostrate stasera durante la trasmissione su Rai 3 . Dodici ore dopo Ghiglia voterà a favore della multa da 150mila euro contro Report per aver diffuso l’audio Boccia-Sangiuliano, già pubblicato dai giornali, deferiti al Garante ma mai sanzionati. Appena tre giorni prima, tra l’altro, il conduttore della trasmissione, Sigfrido Ranucci, era stato vittima di un attentato davanti casa.
L’authority non smentisce la notizia, confermando implicitamente che effettivamente l’uomo immortalato davanti alla sede di Fdi è Ghiglia. Ma non spiega cosa sia andato a fare negli uffici del partito di Meloni a poche ore da una decisione tanto importante. E conferma che effettivamente quello di Ghiglia è stato un voto decisivo per comminare la maxi sanzione a Report. Nonostante tutto, però, il Garante sostiene che ciò non basta a mettere in dubbio “la piena indipendenza di giudizio e la libertà di determinazione dei suoi componenti”. La nota, infatti, spiega: “Ogni procedimento è istruito dagli uffici, che in esito a tale istruttoria predispongono uno schema di provvedimento a cui fa seguito, da parte del componente relatore, la presentazione della proposta al Collegio (art. 15 regolamento 1/2000). Tale proposta può, pertanto, essere deliberata, o meno, dal Collegio, il quale, dunque, può condividerne, o meno, il contenuto. Le deliberazioni sono adottate a maggioranza dei votanti e, ai sensi dell’art. 153 del Codice Privacy, il voto del Presidente prevale in caso di parità”. L’iter seguito anche con la multa a Report, approvata a maggioranza tra i quattro componenti: “Il Garante conferma, in tutti i suoi componenti, che nel caso della sanzione irrogata a Report la predetta procedura è stata pienamente rispettata: dopo ampia discussione, il Collegio ha deliberato in linea con la proposta degli uffici”.
Pd e M5s: “Comunicato imbarazzante”
Il comunicato del Garante provoca la controreplica delle opposizioni. “Quello che manca in questa desolante risposta iper-burocratica è il 100% della questione che si è aperta con la dirompente rivelazione di Report e di alcuni quotidiani: la credibilità della decisione assunta dal Collegio è pesantemente inquinata dal fatto che uno dei suoi componenti poche ore prima entrava nella sede di Fratelli d’Italia dove si trovava Arianna Meloni, il braccio destro della sorella premier, sempre in prima fila quando si discute di occupazione dei posti di potere. Non una sola parola su questo, un silenzio che suona tanto di assenso”, scrivono gli esponenti M5s in commissione di Vigilanza Rai. “Confermiamo che il presidente dell’Autorità deve venire quanto prima in commissione di Vigilanza Rai e spiegare tutto quello che è accaduto, nessuno può accontentarsi del comunicato procedurale apparso oggi. Insieme al garante, chi deve spiegare pubblicamente è la padrona di casa di via della Scrofa Arianna Meloni, perché in quegli uffici è entrato Agostino Ghiglia?”, concludono i pentastellati. “La risposta del Garante della Privacy è imbarazzante e rivelatrice. A un fatto di questa gravità, replica con un comunicato di circostanza, che spiega il funzionamento interno dell’Autorità senza mai affrontare il nodo politico: la presenza del componente Ghiglia nella sede di Fratelli d’Italia, in via della Scrofa, la sera prima della decisione di multare Report. Il Garante non ha smentito né confermato questa circostanza. Un silenzio che pesa. E che, unito all’ammissione che la sanzione è stata deliberata a maggioranza, conferma quanto denunciato: il voto di Ghiglia è stato decisivo. Chiediamo che Ghiglia chiarisca subito se quell’incontro con Arianna Meloni ci sia stato o meno. E anche Arianna Meloni dovrebbe chiarire. Perché, se fosse confermato, la coincidenza e la tempistica sarebbero inaccettabili per un’Autorità che dovrebbe garantire indipendenza e terzietà assolute. Il silenzio è davvero imbarazzante”, dice Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd.