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Ultimo aggiornamento: 15:32 del 25 Ottobre

Genova, salpati dal porto 12 container di materiale umanitario per Gaza: “Dalla Farnesina nessuna aiuto diplomatico”

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Questa mattina, dodici container carichi di aiuti per Gaza hanno lasciato il porto di Genova dopo che centinaia di persone ieri hanno accompagnato la partenza in corteo, ancora una volta. I container, raccolti per la Global Sumud Flotilla attraverso l’ong Music for Peace, contengono una prima parte delle 270 tonnellate di materiale umanitario raccolto a Genova e destinato alla popolazione della Striscia. Ma la partenza non coincide con una certezza: nonostante la tregua siglata quindici giorni fa, l’ingresso degli aiuti è ancora bloccato. Nessun permesso da Israele, nessuna copertura diplomatica da parte del governo italiano.
Eppure, quando la Flotilla era in rotta verso Gaza, la presidente Giorgia Meloni aveva dichiarato che per il governo sarebbe stata questione di poche ore autorizzare l’ingresso degli aiuti umanitari se la Flotilla si fosse fermata.
Ora la missione prevede l’arrivo dei container ad Aqaba, in Giordania, e da lì la spinta verso la Striscia. “A un mese da quelle dichiarazioni del governo italiano sulla possibilità di fare entrare questi aiuti in poche ore, siamo ancora qui – spiega Stefano Rebora, responsabile della missione – non abbiamo ancora ricevuto alcun permesso dalle organizzazioni israeliane e nessun supporto dalla Farnesina, abbiamo deciso di partire comunque perché non possiamo aspettare oltre e confidiamo di riuscire a negoziare sul campo l’ingresso degli aiuti”. Presente a Genova anche Benedetta Scuderi, sequestrata in acque internazionali dalla marina israeliana e detenuta con gli altri partecipanti alla Flotilla prima di essere rimpatriata: “Ci avevano detto che eravamo degli irresponsabili, che avremmo dovuto dare gli aiuti che trasportavamo nelle barche a loro, che li avrebbero fatti entrare – conferma l’eurodeputata di Avs – E invece siamo ancora qui, non è entrato nulla e non riescono a farli entrare neanche adesso che c’è una tregua”. Presente al corteo che ha accompagnato la partenza degli aiuti da Genova anche l’ambasciatrice di Palestina in Italia, Mona Abuamara: “È importante per i palestinesi vedere che la gente non si dimentica di loro – ha detto – e mi auguro presto l’Italia si unisca alla maggioranza mondiale che ha riconosciuto lo Stato di Palestina”. Un primo passo necessario per una soluzione di pace e giustizia: “Sono stati riconosciuti gli oppressori, ora si riconoscano gli oppressi”.

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