Naufragio al largo della Tunisia: almeno 40 morti, tra le vittime anche neonati
Almeno quaranta migranti subsahariani, tra cui diversi neonati, hanno perso la vita in un naufragio avvenuto al largo della costa di Salakta, in Tunisia. A bordo della piccola imbarcazione sovraffollata erano stipate una settantina di persone.
Una trentina di migranti sono state tratti in salvo dalla Guardia Costiera, ha reso noto il portavoce del tribunale di Mahdia, Walid Chatrbi, alla radio tunisina Mosaïque FM. La procura ha ordinato l’apertura di un’indagine.
Si tratta dell’ennesimo naufragio nella rotta del Mediterraneo centrale, a quasi una settimana dall’ultimo, con oltre una decina di vittime. Dal 2014 ad oggi in queste acque si contano almeno 32.803 morti o dispersi stando ai dati forniti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
La Tunisia, le cui coste si trovano in alcuni punti a meno di 150 chilometri da Lampedusa, è insieme alla vicina Libia uno dei principali punti di partenza dal Nordafrica per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa. E proprio a Lampedusa nelle ultime ore sono stati registrati almeno sette sbarchi: tre dei quali partiti da Sfax e Sidi Mansour in Tunisia, e gli altri da Zuara, Zwara, Homs e Tripoli in Libia. Complessivamente sono 326 i migranti arrivati con i sette approdi nell’isola – si tratta di egiziani, somali, bengalesi e pachistani – inclusi i 17 sbarcati dalla nave Dattilo che con sette cadaveri a bordo, morti nel naufragio tra il 16 e il 17 ottobre scorsi, e poi recuperati.
“Ancora un naufragio, ancora morti. Persone in fuga, persone disperate, persone sfruttate hanno trovato la morte nel viaggio della speranza”, ha commentato il Mons. Gian Carlo Perego, presidente della commissione Cei che si occupa di immigrazione e presidente della fondazione Migrantes. Perego ha denunciato l’immobilismo dell’Europa: “Nessuno ancora ha pensato di tracciare un canale umanitario e assistito nel Mediterraneo”.
Nel 2023, la Tunisia ha firmato un accordo da 255 milioni di euro con l’Unione Europea, quasi la metà dei quali è stata destinata alla lotta all’immigrazione illegale, portando ad un forte calo delle partenze verso l’Italia. Dall’inizio del 2025, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), 55.976 persone, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente, sono sbarcate sulle coste italiane, la stragrande maggioranza (49.792) dalla Libia e la restante (3.947) dalla Tunisia, ricorda l’Afp. Le autorità tunisine hanno iniziato a smantellare i campi informali per migranti vicino a Sfax all’inizio di aprile, che ospitavano un totale di circa 20.000 persone. Alla fine di marzo, il presidente tunisino Kais Saied ha invitato l’Oim a intensificare gli sforzi per garantire il “rimpatrio volontario” dei migranti irregolari nei loro Paesi.
Immagine d’archivio