Sciopero Sole 24 Ore, Maria Latella replica all’Usigrai (al posto di Confindustria): “Amichettismo? Io scelta per competenza”
“Nel mio mondo si chiama competenza. L’amichettismo è altra cosa, per quel che ne so praticata da chi, non potendo contare su qualità professionali, cerca altre strade”. Maria Latella non si trattiene dal replicare al sindacato dei giornalisti Rai, l’Usigrai, che domenica è intervenuto sul caso che la vede al centro di un durissimo scontro tra la redazione e la direzione del Sole 24 Ore.
“Siamo al fianco della redazione che ieri ha nuovamente scioperato per denunciare il comportamento antisindacale del direttore. Mandare in edicola il quotidiano, nonostante la protesta dei giornalisti per l’intervista alla Presidente del consiglio affidata a una collaboratrice esterna, mortifica le professionalità del Sole 24 Ore e mina il rapporto di fiducia con i lettori”, si legge nella nota dell’Usigrai. “Non è la prima volta che il direttore affida alla stessa collaboratrice esterna l’intervista alla premier Meloni sui temi economici, ma nell’informazione l’amichettismo rischia di trasformarsi in compiacenza: quello che il giornalismo non può permettersi, se vuole tenere alta la sua credibilità”, conclude la nota che pure non fa menzione delle collaborazioni della Latella con la tv di Stato.
Tanto è bastato per far scattare l’interessata, che sulla nota sindacale dei colleghi del Sole non aveva aperto bocca, come per altro hanno fatto direttore ed editore del quotidiano, ai quali sarebbe spettata la prima replica finora non pervenuta. “C’è chi parla di amichettismo riferendosi alla mia intervista alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In quarant’anni di carriera – sono le parole inviate dalla Latella all’Ansa – ho intervistato quasi tutti i presidenti del Consiglio e molti leader internazionali, da Hillary Clinton a Ursula von der Leyen, da Wolfgang Schauble a Marine Le Pen, per citarne solo alcuni. Forse nel decidere a chi affidare un’intervista importante, nel giorno in cui il governo ha varato la manovra, il direttore del Sole 24 Ore ha tenuto conto di questo, oltre che delle decine di interviste che negli anni ho fatto a Giorgia Meloni, in tv e in radio”. Con l’ultima, quella “incriminata”, che da sabato mattina troneggia sul sito della presidenza del consiglio accanto ai messaggi inviati dal capo del governo a congressi e convegni vari.
E così lo scontro interno al Sole 24 Ore non si placa, ma anzi esce dai confini della Confindustria dai quali è partito come protesta per la – non nuova – scelta della di affidare a una professionista esterna l’intervista al presidente del consiglio su un tema core per il giornale e per il suo editore, quale è la legge di bilancio. E poi si è rinfocolato per la scelta della direzione di mandare in stampa il quotidiano per l’uscita di sabato 18 ottobre, nonostante lo sciopero indetto su due piedi dalla redazione, che si è resa indisponibile a confezionare il prodotto. Con il risultato che in edicola è in pratica andata solo l’intervista della Latella, incorniciata da una prima pagina e due inserti freddi oltre a tabelle e pubblicità.
Un prodotto che il sindacato interno dei giornalisti del Sole definisce “indecoroso e non all’altezza della storia del Sole 24 Ore“, “un’accozzaglia di pezzi raffazzonati, a puro contorno dell’intervista alla premier. Un risultato indecente, da annoverare come peggiore numero del quotidiano mai realizzato”, si legge in una nota diramata sabato notte che annuncia un nuovo pacchetto di 6 giorni sciopero. Proprio quando si avvicinano le celebrazioni per i 160 anni della testata economica “oggi più volte e incongruamente celebrati”, scrivono ancora i rappresentanti sindacali dei giornalisti, ricordando che la protesta nasce per “la grave condotta anti-sindacale della direzione che ha inteso far uscire comunque il numero di sabato 18 ottobre, nonostante lo sciopero proclamato all’unanimità il giorno precedente”.
Il punto, sottolineano sempre dalla redazione Sole, è il contesto, quello “che vede la premier sottrarsi spesso alle domande dei giornalisti, fino ad arrivare addirittura a vantarsene con i grandi del mondo durante il summit di Anchorage“. E il rischio, sempre più concreto, è quello “di approdare a una deriva nella quale gli interlocutori istituzionali si sceglieranno gli intervistatori e l’opinione pubblica potrà contare su un’informazione accuratamente selezionata e compiacente. Una deriva nei confronti della quale non possiamo restare a guardare”.
La posizione è condivisa, tra gli altri, dai colleghi di Repubblica a loro volta alle prese con la proprietà Agnelli-Elkann al tempo stesso ingombrante e fugace. “Notiamo con sempre maggiore inquietudine come anche nel nostro settore stiano saltando le regole del rispetto reciproco dei ruoli e delle prerogative di ognuno – si legge in una nota di solidarietà ai colleghi del Sole -: vedere un giornale che va comunque in edicola grazie all’aggiramento dello sciopero da parte di sole cinque persone — “giornalisti” come noi — è uno schiaffo alla categoria ma anche alle lettrici e ai lettori. In gioco c’è molto di più di una protesta sindacale ma la possibilità di tutte e tutti noi di far sentire la nostra voce, di essere insomma cittadine e cittadini e non dei sudditi di qualcuno. Un giornalismo di sudditi non serve alla società, ma solo a chi detiene il potere”.
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Nella foto in alto | Latella e Meloni durante un’intervista del 2024 al Festival dell’Economia di Trento