Ucraina, Giorgetti: “Servono un sacco di soldi e deve metterli l’Europa”
Sui costi della guerra in Ucraina è stato chiaro, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Servono un sacco di soldi e sostanzialmente deve metterli l’Europa, mi sembra di aver capito questo”. L’esponente della Lega lo ha dichiarato da Washington, rispondendo ai giornalisti che chiedevano cosa fosse emerso dal G7 sull’Ucraina. Giorgetti è arrivato oggi nella Capitale statunitense per partecipare alle riunioni annuali del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale. A margine degli incontri si svolgeranno anche le riunioni del G7 e del G20. Il ministro sta partecipando ora a un incontro G7 organizzato per discutere gli ultimi sviluppi su Ucraina, Russia e Cina.
Già ieri, alla riunione di Bruxelles con i ministri della Difesa dei Paesi Nato, il segretario alla Difesa del governo americano, Pete Hegseth, era stato chiaro chiamando additando i “parassiti”, quei Paesi che non fanno abbastanza per Kiev: “Gli alleati affermano spesso che la sicurezza dell’Ucraina è sinonimo di sicurezza europea. Ebbene, è giunto il momento che tutti i paesi della Nato traducano le parole in azioni concrete sotto forma di investimenti: tutti i Paesi seduti a questo tavolo, senza scrocconi“.
Il pressing tedesco sui beni congelati alla Russia e la minaccia ibrida: critiche alla AfD – L’obiettivo è offrire all’Ucraina 140 miliardi di euro di prestiti. A questo scopo il cancelliere tedesco Friedrich Merz premerà sull’Unione Europea per il via libera all’uso dei beni congelati alla Russia. “Questi fondi aggiuntivi saranno utilizzati esclusivamente per finanziare attrezzature militari”, ha dichiarato Merz parlando al Bundestag. “Erogati in tranche, garantirebbero la resilienza militare dell’Ucraina per gli anni futuri”, ha aggiunto.
Merz ha anche annunciato misure nazionali contro la minaccia ibrida della Russia, “con sabotaggi, attacchi informatici, disinformazione mirata e spionaggio”. Il cancelliere ha criticato l’AfD per l’eccessiva vicinanza a Putin. “Non lasceremo che la nostra società libera venga resa insicura da una guerra ibrida. – ha affermato Merz – Noi ci difenderemo adesso e in futuro. Il consiglio di Sicurezza nazionale che abbiamo fondato lavorerà a un piano di azione completo già nella sua prima seduta”. Poi ha indicato nuove sanzioni Ue per spingere La Russia a negoziare la tregua.
Merz vuole accelerare sulla via della difesa europea: “Possiamo unire le nostre forze e porre fine al sistema di difesa frammentato”. Lo ha detto il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, nel suo intervento al Bundestag. Intanto, la Bundeswehr si avvia a diventare il “più forte esercito convenzionale d’Europa, come si addice a un Paese delle nostre dimensioni e con le nostre responsabilità”.
Domani l’incontro Trump-Zelensky – Secondo media di Kiev, tra 24 ore a Washington il presidente ucraino incontrerà anche i rappresentanti di importanti aziende statunitensi del settore difesa ed energia, a porte chiuse. Le imprese potrebbero essere incluse nel potenziale Mega Deal, un pacchetto di contratti per la fornitura di sistemi di difesa aerea, artiglieria ad alta precisione e missili Atacms. Zelensky parlerà anche con membri del Congresso influenti nel campo della difesa. Tra i temi al centro del confronto con Donald Trump, la consegna a Kiev dei missili a lungo raggio americani Tomahawk. La Russia ha già ventilato i rischi di inasprimento del conflitto e oggi li ha ribaditi con il portavoce del Cremlino: i missili a lungo raggio sarebbero “un nuovo livello di escalation”, ha dichiarato Dmitry Peskov, ma “i nostri militari sanno cosa fare; hanno il potenziale militare e tutte le capacità necessarie. Faremo tutto il possibile per garantire la sicurezza del nostro Paese”.
La riunione Nato – Dal vertice dell’Alleanza, andato in scena ieri a Bruxelles, è emersa la conferma della linea sin qui tenuta: sostegno militare all’Ucraina e riamo europeo, per aumentare la deterrenza contro la Russia e spingere Putin a negoziare la tregua. Dunque accelerare verso il 5 per cento del Pil destinato alla spesa bellica, come chiedono Donald Trump e l’Alleanza atlantica.
Hegseth ha elogiato Germania e Polonia “per i loro sforzi nel rispettare l’impegno”, “ma anche i baltici e nordici, che hanno fatto lo stesso”. Anche la Germania è sulla via del riarmo, con l’intenzione di assumere la guida di uno scudo di difesa aerea europeo. Non solo: Berlino ha anche annunciato che caccia tedeschi saranno di stanza in Polonia per proteggere il fianco orientale della Nato, con l’operazione Sentinella dell’Est.
Il muro di droni – Il segretario Nato Mark Rutte ha sottolineato l’urgenza di puntare sulla tecnologia dei droni, i velivoli senza pilota, dopo gli sconfinamenti nei Paesi orientali attribuiti alla Russia dalle autorità europee. Anche l’Europa è sulla stessa lunghezza d’onda con il progetto del “muro di droni” annunciato da Ursula von der Leyen: oggi la Commissione europea dovrebbe annunciare la roadmap del piano “Readiness 2030” (da 800 miliardi), in vista della discussione dei leader al vertice Ue della prossima settimana. La protezione dai droni non riguarderà solo il fianco Est ma anche il Sud, come chiesto dall’Italia.