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"Dai rapporti stessi della Fao risulta che il livello di fame e di carestia a Gaza è il massimo"
“È un paradosso che ci sia Israele a parlare di risorse idriche, visto che sta affamando e disidratando una popolazione.” Così Giorgina Levi, portavoce del Global Movement to Gaza, apre il presidio organizzato poco distante dalla sede della Fao, all’interno della quale si sta celebrando l’80° anniversario della Giornata mondiale dell’alimentazione. “Dai rapporti stessi della Fao risulta che il livello di fame e di carestia che c’è a Gaza è il livello massimo – continua Levi – In questi momenti sarebbe doveroso parlare di questo. Com’è possibile che la principale agenzia delle Nazioni Unite per l’Alimentazione scelga di non nominare la più grave crisi alimentare del nostro tempo? Il silenzio quando è consapevole, è complicità”. Secondo i dati di un’analisi dell’IPC (Integrated Food Security Phase Classification) e riferiti dai manifestanti, oltre la metà della popolazione a Gaza è al livello 5, il massimo, della scala di criticità alimentare, 132mila bambini sotto i 5 anni rischiano la vita per malnutrizione, 55 mila donne in gravidanza o allattamento sono gravemente malnutrite e il 98% dei terreni agricoli è stato distrutto.