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Lo scontro in aula tra opposizione e governo sul riconoscimento dello Stato palestinese come condizione per la pace
“Perché la tregua si tramuti in pace manca lo Stato palestinese: cosa aspetta il governo italiano a riconoscere lo Stato palestinese? Non può esserci ogni volta un domani, un dopodomani. Come fate a non capire che oggi più che mai è condizione essenziale perché il protagonismo di quel popolo possa svilupparsi appieno?”. A rivendicarlo Nicola Fratoianni, deputato Avs e segretario di Sinistra italiana, intervenendo in aula alla Camera dopo l’informativa del ministro degli Esteri Antonio Tajani sul piano di pace per Gaza.
“La sua informativa si è concentrata sul racconto di quanto fatto, ma avremmo voluto sentire oggi che cosa intendete fare nella comunità internazionale perché la tregua si tramuti in pace. Mancano i palestinesi, esclusi dall’immaginazione di una possibile governance. Perché la tregua si tramuti in pace serve la fine dell’occupazione illegale in Cisgiordania, la fine del regime di apartheid“, ha aggiunto. E ancora, mentre Tajani restava impassibile dai banchi del governo: “C’è bisogno di memoria e di giustizia: dopo due anni di genocidio non può esserci impunità. Non c’è nemico più pericoloso della pace dell’impunità. Ci aspettiamo qualche parola chiara dal governo”.
Sulla necessità del riconoscimento della Palestina, ancora rinviato a presunte “giuste condizioni” da parte di Tajani nel corso dell’informativa a Montecitorio, si è speso anche il dem Giuseppe Provenzano: “Andava fatto ieri. Oggi Tajani ci dice che il tempo si avvicina, ma non è il momento: vi informo che più di 150 paesi lo hanno fatto nel mondo e voi volete davvero insegnare al mondo come si sta al mondo? È un processo irreversibile, volete che l’Italia arrivi per ultima? Basta alibi e sciocchezze”, ha concluso.