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Delitto di Garlasco, Andrea Sempio revoca il mandato all’avvocato Massimo Lovati. Nei prossimi giorni il nome del nuovo legale

Il legale era finito nella polemica per le sue dichiarazioni rilasciate in particolare a Fabrizio Corona. Resta invece a difenderlo Angela Taccia
Delitto di Garlasco, Andrea Sempio revoca il mandato all’avvocato Massimo Lovati. Nei prossimi giorni il nome del nuovo legale
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La decisione era nell’aria. Interviste imbarazzanti, ipotesi suggestive tra esorcismi e sicari, dichiarazioni che gli sono costate l’iscrizione nel registro degli indagati con l’ipotesi di diffamazione. E così che Massimo Lovati non sarà più l’avvocato di Andrea Sempio, il 37enne accusato dalla procura di Pavia di aver ucciso Chiara Poggi in concorso “con ignoti o con Stasi”, come da capo di imputazione. La revoca del mandato è l’ultimo atto della polemica partita dalle dichiarazioni del legale in tv, in varie trasmissioni e talk show, tra cui Falsissimo di Fabrizio Corona. Per giustificarsi tra l’altro Lovati aveva detto che l’ex paparazzo l’aveva “fatto bere”. Dopo averci pensato per qualche giorno, Sempio – definito in passato dal suo ormai ex avvocato un “disadattato comunista” – ha deciso di non avvalersi più del lavoro di Lovati. Resta invece a difenderlo Angela Taccia che verrà affiancata da un nuovo legale, il cui nome sarà comunicato ufficialmente nei prossimi giorni.

L’indagine per diffamazione

Lovati è indagato a Milano per diffamazione dopo una denuncia dello studio Giarda che ha difeso Alberto Stasi, condannato a 16 anni con sentenza definitiva per l’omicidio di Chaira Poggi, fino alla Cassazione. Lovati è accusato di aver reso dichiarazioni “diffamatorie e calunniose” nei confronti dello studio legale Giarda lo scorso 13 marzo 2025 definendo la riapertura del caso “frutto di una macchinazione della difesa Giarda” o ancora “frutto di una macchinazione organizzata dagli investigatori dello studio degli avvocati difensori di Stasi che clandestinamente hanno prelevato il Dna” a Sempio.

La consulenza della difesa Stasi

Il 37enne amico di Marco Poggi all’epoca dell’omicidio della sorella è stato archiviato due volte, ma successivamente iscritto proprio in virtù di una consulenza prodotta sulla difesa e che riguarda il materiale genetico presente sulle unghie della vittima. In base a quella consulenza di parte, la procura di Pavia ha riaperto le indagini e si attende, dopo che tutti i riscontri dell’incidente probatorio sono stati negativi, l’esito di accertamento per cui i periti nominati dal gip hanno chiesto tempo fino al 18 dicembre. Gli avvocati Giarda potrebbero presentare una seconda denuncia-querela dopo le affermazioni rese da Lovati a ‘Falsissimo’ dove ha tirato in ballo la vecchia difesa di Stasi legando il nome del defunto avvocato e professore Angelo Giarda, fondatore dell’omonimo studio, a presunte “massonerie bianche”.

Le frasi di Lovati

Lovati dopo le polemiche aveva detto: “Se Sempio mi revoca non posso farci niente, ma io non me ne vado. Ho promesso ad Andrea Sempio, che considero innocente ed estraneo al fatto, di portarlo fino alla fine, cioè al proscioglimento”. Anche se in passato il legale ha afferma anche di essere convinto che “Stasi è innocente” e di condividere pure la posizione del ministro della Giustizia Carlo Nordio che ritiene “irrazionale” la sua condanna “dopo le assoluzioni”. Sempio lo aveva comunque confermato sempre anche se l’avvocato parlava di esorcismi, Chiesa e sicari riprendendo lo scandalo del Santuario della Bozzola, una storia di sesso e ricatti ai danni di un parroco venuto alla luce nel 2014. Un caso nel quale compare proprio il nome dello stesso avvocato Lovati (con un ruolo comunque marginale).

L’incidente probatorio

Una delle tante piste alternative – tra presunti scoop e notizie pubblicate in maniera fuorviante – che si sono alternate solo nei talk show e su qualche giornale, ma che non hanno alcuna attinenza con l’indagine di Pavia che attende l’ultimo esito dell’incidente probatorio: una indagine “biostatistica” di un aplotipo Y, ossia un segmento di cromosoma eventualmente idoneo ad individuare la discendenza in linea paterna rintracciato sulle unghie di Chiara Poggi, “parziale, misto, non consolidato”. Per questa analisi la perita Denise Albani ha chiesto e ottenuto una proroga di 70 giorni e che è forse la più importante tra quelle programmate nell’accertamento irripetibile ed è atteso a breve. Il termine ultimo è atteso per il 18 dicembre. Allo stato nessuno dei test dell’incidente probatorio ha trovato un riscontro genetico con l’attuale indagato: anche la spazzatura – che non era stata analizzata all’epoca – con i resti della colazione fatta da Chiara Poggi ha restituito solo due Dna: quello di Stasi e quello della 26enne.

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