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Auto, l’allarme di AlixPartners: “Europa in calo, i cinesi saliranno al 13% entro il 2030”

Al #FORUMAutoMotive di Milano, la filiera della mobilità sollecita un cambio di rotta più realistico sulle politiche dell'UE
Auto, l’allarme di AlixPartners: “Europa in calo, i cinesi saliranno al 13% entro il 2030”
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Al decennale di #FORUMAutoMotive, il convegno “Automotive, quale futuro – Reagire con decisione: basta parole!” ha acceso i riflettori sul futuro incerto della mobilità europea. A tenere banco è stato l’aggiornamento dell’AlixPartners Global Automotive Outlook, presentato da Emanuele Cordone, Director Automotive Practice della società di consulenza, che ha lanciato un chiaro segnale d’allarme: l’industria automobilistica europea sta perdendo terreno, e i costruttori cinesi avanzano rapidamente.

Secondo lo studio, il mercato europeo dell’auto chiuderà il 2025 in flessione del 2%, con una crescita solo modesta prevista negli anni successivi. Al contrario, i brand cinesi — forti di una proposta tecnologica avanzata e competitiva — continueranno la loro ascesa, raggiungendo il 13% di quota di mercato entro il 2030, partendo dall’8% del 2024. “Questa crescita — ha spiegato Cordone — equivale a 0,8 milioni di veicoli, pari alla quasi totalità dell’incremento del mercato europeo, e avverrà a scapito dei produttori locali, che caleranno dal 62% al 58%”.

Il dato è ancora più critico se si guarda all’Italia: il mercato resta sotto i livelli pre-Covid, penalizzato da prezzi in salita e accessibilità ridotta. I veicoli elettrici a batteria (BEV) mostrano una crescita lenta e distante dagli obiettivi del Green Deal, mentre quelli con range extender potrebbero offrire una soluzione concreta alla “range anxiety”, ancora diffusa tra i consumatori.

Cordone ha sottolineato inoltre il calo della marginalità per gli OEM europei e americani, in netta controtendenza rispetto ai player cinesi. “In Italia, le emissioni medie delle auto nuove restano stabili dal 2017, mentre il parco auto invecchia. La quota di BEV e PHEV si ferma intorno al 10%, con una penetrazione maggiore solo nelle flotte aziendali”. Sul fronte dell’usato, il valore residuo dei BEV resta basso, ma ciò potrebbe aprire nuove opportunità nel mercato secondario.

Il quadro delineato da AlixPartners ha fornito la base per il confronto politico ed economico che ha seguito la presentazione. Le principali associazioni della filiera automotive, da ANFIA a UNRAE, hanno lanciato un appello unanime all’Europa per una revisione urgente del Green Deal, giudicato ormai scollegato dalla realtà industriale.

Dalla “Automotive Eurotribuna Politica” è emersa una forte convergenza sulla necessità di correggere la rotta. Tra gli interventi più incisivi, quello di Roberto Vavassori, presidente ANFIA, che ha denunciato la perdita di 100mila posti di lavoro in un anno: “Il mercato è stato dimenticato dai regolamenti europei”. Più voci, poi, hanno chiesto un rinvio della scadenza del 2035 per la fine dei motori endotermici e l’apertura verso carburanti alternativi, biometano e soluzioni low carbon.

Il messaggio alla politica è chiaro: serve pragmatismo. Come ha evidenziato il direttore del #FORUMAutoMotive Pierluigi Bonora: “senza un cambio di passo rapido, l’automotive europeo rischia il game over”.

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