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La Bce ammette: non fidatevi, meglio tenersi 100 euro sotto il materasso

Roba da bunker low cost. È la nuova dieta Bce: acqua minerale, pane in offerta, e se va bene una ricarica al cellulare (sempre che ci sia ancora campo)
La Bce ammette: non fidatevi, meglio tenersi 100 euro sotto il materasso
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La Banca Centrale Europea, l’istituzione che decide il destino dei popoli dall’alto dei suoi palazzi di vetro, in queste ultime settimane ci ha regalato la sua perla di saggezza: tenete in casa 70-100 euro, così in caso di emergenza (attacchi informatici o cyberattacchi) sarete al sicuro per 72 ore. Tradotto: con una banconota sgualcita da 50 e due pezzi da 20 possiamo sopravvivere all’apocalisse digitale. Forse ci compriamo due pacchi di pasta e un caricabatterie tarocco da un cinese.

La contraddizione è evidente: l’istituzione che predica l’euro digitale come futuro inevitabile, ora ci dice che alla prima interruzione dei server meglio tornare alla cassettina di latta della nonna. Un consiglio che sembra uscito da un manuale scout degli anni 60 più che da Francoforte.

E qui sta il paradosso: la Bce ammette implicitamente ciò che non osa dire esplicitamente. I sistemi finanziari digitali non sono a prova di bomba. O meglio: non sono a prova di blackout, di hacker russo, o di un banale guasto informatico. Così, nel dubbio, si torna al caro vecchio contante, quello stesso che Bruxelles vorrebbe eliminare “per combattere l’evasione”.

C’è poi il lato tragicomico: 100 euro per tre giorni. Roba da bunker low cost. È la nuova dieta Bce: acqua minerale, pane in offerta, e se va bene una ricarica al cellulare (sempre che ci sia ancora campo). Perché non ammettere che se salta il digitale, non basteranno certo 100 euro a garantire la sopravvivenza?

E vogliamo parlare della pratica quotidiana? Una famiglia di 4 persone che volesse davvero seguire la raccomandazione BCE e ritirare circa 2.000 euro a settimana (100 x 4 x 2,5) si troverebbe davanti al solito teatrino bancario. Allo sportello il cassiere, spalleggiato dal suo zelante direttore, comincerà a storcere il naso, a tirare in ballo l’antiriciclaggio, a chiedere giustificazioni degne di un interrogatorio. Tutto pur di scoraggiare i clienti e non intaccare le sacre “masse di raccolta” dell’istituto. La stessa banca che obbedisce a Francoforte quando si tratta di strozzare coi tassi, diventa improvvisamente creativa e cavillosa quando c’è da rispettare le “raccomandazioni” in favore del cittadino.

Il messaggio subliminale è chiaro: “Cari cittadini, non fidatevi troppo di noi, né delle banche né dei sistemi elettronici. Tenetevi un gruzzolo da parte, ché non si sa mai”. Un consiglio che suona più come un atto di sfiducia verso sè stessi che come una misura prudenziale.

La Bce, nel tentativo di rassicurare, ci dice in realtà che il re è nudo: in caso di vera emergenza, la moneta più solida resta la banconota nascosta dietro la zuccheriera. Altro che euro digitale: il futuro, per Francoforte, ha l’odore della carta stampata e dei materassi sfondati.

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