“Hamas ha chiesto almeno 10 giorni per trovare i corpi degli ostaggi morti”. L’ipotesi di una task force se non li rintraccia
L’accordo che sigla la pace a Gaza entra in vigore: centrale l’intesa sugli ostaggi, che Hamas dovrà restituire a Israele. Si conta che a più di due anni dal massacro di israeliani perpetrato il 7 ottobre 2023, i gruppi terroristici palestinesi tengano ancora prigionieri a Gaza 48 uomini e donne, tra cui due americani. E si parla di gruppi terroristici e non solo di Hamas proprio perché il movimento islamista li ha “ceduti” ad altre organizzazioni presenti nella Striscia. Al punto 4 del testo dell’accordo si legge: “Entro 72 ore dall’accettazione pubblica di questo accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti”. Tuttavia, secondo quanto scrive il Wall Street Journal citando fonti informate, nel corso dei negoziati Hamas ha fatto sapere di aver bisogno di almeno 10 giorni per localizzare i corpi degli ostaggi israeliani morti nella Striscia di Gaza. Channel 12 aggiunge poi, facendo riferimento a fonti israeliane, che se Hamas non dovesse riuscire a recuperare i corpi degli ostaggi morti, allora entrerà in campo una forza multinazionale istituita dal Coordinatore per i prigionieri che opererà nella Striscia di Gaza per recuperare le salme i cui luoghi di sepoltura sono noti all’Idf. Si tratta di una forza composta da Qatar, Egitto, Stati Uniti e Israele che opererà all’interno della Striscia; Israele fornirà equipaggiamenti di ingegneria pesante per portare a termine le operazioni. Le tensione per il rilascio degli ostaggi in Israele è altissima: una grande folla di persone si è riversata in piazza a Tel Aviv in attesa della firma dell’accordo di pace a Sharm el Sheik. Ma oltre quanto stabilito al tavolo dell’intesa, resta da capire l’effettiva declinazione pratica della restituzione degli ostaggi, vivi e morti.
Lo scambio prigionieri-ostaggi – Israele rilascerà circa duemila prigionieri palestinesi in cambio di 20 ostaggi vivi, ha dichiarato all’Afp un alto funzionario di Hamas, aggiungendo che fra i detenuti vi sarebbero 250 ergastolani e altre 1.700 persone arrestate dall’inizio della guerra. Lo scambio dovrebbe avvenire entro 72 ore dall’attuazione dell’accordo, che è stato “concordato anche con le fazioni palestinesi”. Una fonte palestinese ha dichiarato al canale saudita Al-Sharq che il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri detenuti da Israele inizierà “entro 72 ore dall’entrata in vigore dell’accordo”. L’emittente cita fonti ben informate, secondo cui questo avverrà la prossima settimana. Un altro canale saudita, Al-Hadath, riferisce che il conto alla rovescia di 72 ore per il rilascio degli ostaggi inizierà dopo che le truppe israeliane si saranno ritirate secondo le linee concordate a Gaza, il che avverrà una volta che l’accordo sarà ratificato da Israele. L’accordo prevede “ritiri programmati” delle truppe israeliane, ha dichiarato la fonte dell’Afp, e include “garanzie da parte del presidente Trump e dei mediatori”. La fonte palestinese citata da al-Sharq afferma che, in base all’accordo, le forze israeliane si ritireranno dal valico di Rafah e dalle sue vicinanze e che l’accordo prevede anche il trasferimento di pazienti e feriti palestinesi in Egitto per le cure; inoltre, il valico di Rafah sarà aperto in entrambe le direzioni una volta che l’accordo entrerà in vigore. Nei primi cinque giorni del cessate il fuoco entrerebbero nella Striscia di Gaza almeno 400 camion di aiuti al giorno, per poi aumentare nei giorni successivi. E’ inoltre previsto il “ritorno immediato degli sfollati dal sud della Striscia di Gaza a Gaza City e nel nord’’.