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“Basta decreti-legge”: dopo i malumori del Colle, la premier Meloni dice stop

Il richiamo è arrivato direttamente dal presidente Mattarella. La presidente del consiglio, da leader dell’opposizione, aveva più volte attaccato i governi per la loro tendenza a ricorrere a scorciatoie e voto di fiducia; ma nei suoi tre anni di mandato ne ha approvati oltre 100
“Basta decreti-legge”: dopo i malumori del Colle, la premier Meloni dice stop
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Meno decreti-legge. Limitano il potere del Parlamento comprimendo il potere delle opposizioni – e anche della maggioranza – di legiferare e di incidere nel processo legislativo. È questo l’appello che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto mercoledì pomeriggio in Consiglio dei ministri. Un discorso che è arrivato dopo il richiamo di poche ore prima del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha promulgato la legge sulla festa di San Francesco ma, contestualmente, scritto alle Camere per chiedere di correggere alcune criticità e anche di limitare l’utilizzo dei decreti e dei provvedimenti omnibus su cui non c’è più il filtro delle Camere.

Da qui il discorso in Consiglio dei ministri di Meloni. La premier ha chiesto di limitare l’utilizzo dei decreti legge anche per evitare di ingolfare le Camere. In questo modo, ha spiegato, si restringono troppo i tempi di discussione e di possibile modifica dei provvedimenti. Un appunto sarebbe stato fatto anche sulle norme “omnibus”, cioè che contengono misure disomogenee tra loro.

Meloni, da leader dell’opposizione, aveva più volte attaccato i governi per la loro tendenza di approvare troppi decreti legge e spesso con il voto di fiducia. Nei suoi tre anni di governo ne ha approvati oltre 100. L’ultimo caso che aveva fatto irritare il Quirinale era stato il provvedimento sull’immigrazione. A un mese dalla sua approvazione giovedì scorso è dovuto addirittura tornare in Consiglio dei ministri per una correzione sostanziale chiesta da Mattarella: inserire una quota di 10.000 badanti stranieri all’anno fino al 2028, anziché prevedere una deroga rispetto alle regole di ingresso dei lavoratori stranieri già inserita nel decreto flussi.

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