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Inverigo, il sindaco fa togliere lo striscione per la pace da una scuola primaria: credo dovremmo dare il voto ai bambini

Un sindaco elimina uno striscione rosso con la scritta "Pace" esposto dai bambini della scuola primaria di Inverigo
Inverigo, il sindaco fa togliere lo striscione per la pace da una scuola primaria: credo dovremmo dare il voto ai bambini
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Il sindaco pedagogista ci mancava. Per fortuna è arrivato Francesco Vincenzi, primo cittadino di Inverigo che ha difeso gli incoscienti, ingenui e innocenti bambini del suo paese da quegli orribili insegnanti estremisti pacifisti e pertanto sicuramente comunisti che hanno strumentalizzato decine di minori parlando addirittura di pace.

Anziché insegnare in maniera neutrale a scrivere, leggere e far di conto, a imparare l’altezza dei monti della Lombardia e la lunghezza del fiume Po, questi facinorosi maestri della scuola primaria “Don Gnocchi” – forse pensando stupidamente che esiste (va) la libertà d’insegnamento – si son messi nelle classi a lavorare sul tema della pace, magari spiegando anche la guerra tra Palestina e Israele o quella tra Russia e Ucraina. Vere e proprie lezioni di politica per poi osare persino appendere uno striscione rosso con sopra una scritta in bianco: “Pace”.

L’avessero fatto almeno verde. No! Sicuramente la scelta del rosso non dev’essere stata casuale ma potrebbe richiamare alla memoria dei bambini la bandiera con falce e martello del Pci o quella della Cgil o ancor peggio quella dell’Unione sovietica. Tutti messaggi indiretti e trasversali che menti sopraffine come quelle degli insegnanti devono aver studiato per inculcare l’idea di pace a degli innocenti bambini.

Vincenzi è il nostro nuovo eroe. Lo immagino mentre prende la difficile decisione di far rimuovere lo striscione “per motivi di sicurezza”. Lo penso mentre scrive la sua ordinanza con sulla scrivania Educazione e pace di Maria Montessori, Democrazia ed educazione di John Dewey e Il diritto del bambino al rispetto di Janusz Korczak.

Non dev’essere stato semplice per il sindaco pedagogista non ascoltare gli studenti ma il suo super ego e finalmente decidere: “Tutte le idee e tutti i pensieri dovrebbero trovare spazio”, ha detto. Nella nota inviata ai genitori, Vincenzi poi ha scritto che i lavori degli studenti vengono “valorizzati e incoraggiati”, ma solo se “liberamente esposti all’interno degli spazi scolastici a ciò preposti” e che la scuola dovrebbe rimanere “un ambiente neutrale, dedicato all’educazione e all’insegnamento, evitando così di generare inutili polemiche”. E poi sia chiaro “da noi nessuno è favorevole alla guerra, ma le scuole non dovrebbero essere coinvolte, specialmente le elementari”.

Forse, in questo Paese dove vota anche chi è affetto da Alzheimer, dovremmo iniziare a pensare di dare il voto ai bambini. Si chiama “Demeny voting” ed è una proposta seria di cui si discute in alcuni Paesi come Germania e Giappone, perché è ora che anche i pensieri dei bambini siano adeguatamente riconosciuti e non schiacciati. Da maestro, da cittadino che difende da una vita il diritto del bambino ad avere rispetto nei prossimi giorni andrò a Inverigo per portare la mia solidarietà alla scuola e per chiedere un appuntamento al sindaco.

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