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La Nato torna ad agitare la “minaccia russa”. Rutte: “I missili di Mosca potrebbero colpire Roma o Londra”. Putin: “Stereotipi occidentali”

Il segretario dell'Alleanza promuove il riarmo spiegando che la nuova generazione di missili rende ogni paese europeo esposto. Il leader russo: "Bisogna essere pronti a tutto quello che può succedere"
La Nato torna ad agitare la “minaccia russa”. Rutte: “I missili di Mosca potrebbero colpire Roma o Londra”. Putin: “Stereotipi occidentali”
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Pochi giorni fa era stato Zelensky. Ora, a tirare in ballo l’Italia tra i possibili obiettivi dei missili di Mosca, è il segretario della Nato Mark Rutte. Non risultano, ad oggi, minacce del Cremlino in questo senso, ma la propaganda finalizzata al riarmo massiccio non bada a questi dettagli. “Siamo tutti in pericolo. I più avanzati missili russi potrebbero colpire Roma, Amsterdam o Londra a cinque volte la velocità del suono. Non possono essere intercettati con i nostri sistemi anti-missile tradizionali. Perciò sono un gravissimo pericolo. Significa che siamo tutti sul fronte orientale, non solo l’Estonia, la Polonia o la Romania, ma anche l’Italia”. Così Rutte, che così giustifica l’operazione di potenziamento della Nato sul confine Est, appena varata. Poi rincara su Puin. “Dobbiamo stare estremamente attenti con Putin. È già il nostro principale avversario, la principale minaccia nel lungo periodo, ma dal punto dell’incremento delle sue capacità militari potrebbe effettivamente rappresentare una minaccia credibile contro la Nato, come hanno sottolineato alcuni colleghi europei”.

Il presidente Vladimir Putin sembra respingere gli allarmi (“Calmatevi e pensate finalmente ai vostri problemi”) e aggiunge che bisogna essere “pronti a tutto quello che può succedere“. Lo sviluppo di un mondo multipolare, ha aggiunto Putin, è “una diretta conseguenza dei tentativi dell’Occidente di mantenere l’egemonia sul mondo”. La Russia, ha affermato ancora Putin, ha dichiarato per due volte di essere pronta ad entrare nella Nato, ed era pronta a cooperare con i partner occidentali, ma le sue proposte sono state respinte perché gli occidentali “non erano pronti ad abbandonare i loro stereotipi“. L’Occidente, ha insistito il presidente russo, “non era pronto a rinunciare alla sua egemonia e non ha potuto resistere alla tentazione del potere assoluto”. Ma “senza la Russia non può essere garantito un equilibrio globale”, ha aggiunto, chiudendo con un monito: “La Russia non mostrerà mai debolezza o indecisione“. “La nostra storia ha mostrato che la debolezza è inaccettabile, perché crea la tentazione, l’illusione, che alcuni problemi con noi possano essere risolti con la forza. Se ne ricordino – ha affermato – coloro che coltivano sogni di infliggerci una sconfitta strategica”.

Mosca comunque avverte che continuerà a studiare il percorso di militarizzazione dell’Alleanza atlantica, e si riserva di dare risposte “convincenti”. E da Sochi, già sede olimpica, replica alle iniziative europee degli ultimi giorni, che si concentrano sulla costruzione di un ‘muro di droni’ e sull’utilizzo dei capitali congelati russi per continuare ad armare l’Ucraina. Il tutto dopo le accuse alla Russia di sconfinamenti dei suoi jet e droni nei cieli di Paesi Ue, che fanno dire a Donald Tusk che l’Europa è già in guerra con Mosca. “Per prima cosa dobbiamo combattere le illusioni e la prima è che non siamo in guerra. Lo siamo – ha affermato il premier polacco al vertice della Comunità politica europea di Copenaghen -. Ma è un nuovo tipo di guerra, molto complessa. Ed è la nostra guerra e se l’Ucraina perde sarà anche la nostra sconfitta”.

Putin gli ha dato in parte ragione, ma rovesciando le responsabilità. “Tutti i Paesi Nato sono in guerra con la Russia e non ne fanno segreto”, ha dichiarato. Secondo il presidente, infatti, gli istruttori dell’Alleanza Atlantica sono impegnati non solo nell’addestramento delle forze ucraine, ma anche nel processo decisionale del conflitto. Ma “è impossibile credere” che la Russia voglia attaccare i Paesi europei del Patto Atlantico. Secondo Putin lo sanno anche i governi europei, che a suo dire sono i veri sostenitori della guerra ad oltranza.

Verso l’amministrazione americana di Donald Trump, invece, il leader russo ha mantenuto i toni concilianti, anche se qualche ora prima il suo portavoce, Dmitry Peskov, aveva promesso una risposta “appropriata” all’eventuale decisione di Washington di fornire a Kiev i missili da crociera Tomahawk, che con il loro raggio di 2.500 chilometri potrebbero raggiungere Mosca e andare anche più in là. La Russia rimane impegnata a “ristabilire pienamente le relazioni con gli Usa”, ha sottolineato Putin, definendo “razionale” il desiderio trumpiano di salvaguardare gli “interessi del suo Paese”, ma avvertendo che Mosca si riserva di fare altrettanto.

Infine la stoccata alla Francia. Nei giorni scorsi lo zar aveva anche condannato il sequestro nei giorni scorsi di una petroliera legata alla Russia da parte della Francia, definendolo “pirateria”. E il concetto è stato ribadito. “Si tratta di pirateria. Sono a conoscenza di questo caso: la petroliera è stata sequestrata in acque neutrali senza alcuna giustificazione“, ha dichiarato in risposta a una domanda sulla questione, aggiungendo che sulla nave non c’era alcun carico militare.

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