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In agosto calano gli occupati: -57mila posti in un mese. In controtendenza ancora gli over 50

Il quadro che emerge è quello di un mercato del lavoro duale con un evidente spostamento della forza lavoro verso gli ultracinquantenni, gli autonomi e i contratti stabili, a fronte della perdita di occupazione giovanile e del calo dei rapporti a termine
In agosto calano gli occupati: -57mila posti in un mese. In controtendenza ancora gli over 50
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Occupazione in calo su base mensile ad agosto. Le persone al lavoro, stando ai dati preliminari diffusi dall’Istat, diminuiscono trasversalmente: tra gli uomini e le donne, i dipendenti a tempo indeterminato e determinato e in generale tutti gli under 50. In controtendenza gli autonomi (+8mila in un mese) e i lavoratori con almeno 50 anni (+69mila). Gli occupati sono 24 milioni 170mila, con una flessione di 57mila unità rispetto a luglio (-0,2%) ma un aumento di 103mila (+0,4%) nel confronto con agosto 2024.

Su base annua, l’aumento di 103mila occupati si concentra esclusivamente fra i dipendenti permanenti (+208mila) e gli autonomi (+139mila), mentre i contratti a termine segnano un crollo (-245mila, pari a -8,9%). Il numero dei disoccupati risale leggermente: +7mila in un mese (+0,4%), quasi interamente tra uomini e 25-49enni, portando il totale a 1 milione 531mila persone. Il tasso di disoccupazione generale resta al 6%, ma quello giovanile (15-24 anni) sale al 19,3%, con un incremento di 0,6 punti percentuali rispetto a luglio. Rispetto a un anno fa, però, i disoccupati risultano in calo di 75mila unità (-4,7%).

Cresce anche il numero degli inattivi (15-64 anni), cioè coloro che non lavorano e non cercano attivamente un impiego: +60mila in un mese (+0,5%), che porta il totale a 12 milioni 390mila. L’incremento riguarda sia uomini che donne, soprattutto tra i 15-34enni. Su base annua, invece, gli inattivi restano sostanzialmente stabili.

Il quadro che emerge è quello di un mercato del lavoro duale con un evidente spostamento della forza lavoro verso gli over 50, gli autonomi e i contratti stabili, a fronte della perdita di occupazione giovanile e del calo dei rapporti a termine. La flessione congiunturale conferma una fase di rallentamento, con meno occupati, più inattivi e un peggioramento del tasso di disoccupazione giovanile.

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