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Israele manda un sms ai palestinesi con il discorso di Netanyahu all’Onu. E lo trasmette con gli altoparlanti a Gaza

La mossa tra guerra psicologica e - ha sostenuto il premier israeliano - la "speranza che lo ascoltino gli ostaggi". Critiche interne per la scelta: "Follia megalomane, sembra Kim Jong Un"
Israele manda un sms ai palestinesi con il discorso di Netanyahu all’Onu. E lo trasmette con gli altoparlanti a Gaza
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Un sms con il discorso pronunciato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’Assemblea generale delle Nazioni Unite è stato inviato ai palestinesi residenti nella Striscia di Gaza. Non solo: perché il discorso è stato anche trasmesso dagli altoparlanti piazzati dall’Idf dentro la Striscia per farlo arrivare a tutti, tra guerra psicologica e – ha sostenuto il premier israeliano – la “speranza che lo ascoltassero gli ostaggi” ancora nelle mani di Hamas.

“Ho circondato Gaza con enormi altoparlanti nella speranza che i nostri cari ostaggi ascoltino il mio messaggio. Non vi abbiamo dimenticati e non ci fermeremo finché non vi riporteremo tutti a casa”, ha detto il primo ministro all’Assemblea dell’Onu prima in inglese e poi in lingua ebraica. Poi l’annuncio del messaggio fatto arrivare sui cellulari dei gazawi, l’ultima mossa di tecno-guerra da parte del Mossad, probabilmente.

Per la scelta di piazzare gli altoparlanti, tra l’altro, Netanyahu ha ricevuto ampie e pesanti critiche interne: Channel 12 – citando fonti dell’esercito – ha fatto notare come l’iniziativa avrebbe potuto rappresentare un rischio operativo per i combattenti che sono stati costretti ad abbandonare le difese e le aree in cui si trovano per poter installare gli amplificatori. Contro il premier si è scagliato anche il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, accostando Netanyahu al leader nordcoreano Kim Jong Un: “Purtroppo per Netanyahu, non è Kim Jong Un, e i militari israeliani non dovrebbero trasmettere i discorsi del leader attraverso altoparlanti, mettendo a rischio i soldati sul campo. Si tratta di una follia megalomane che non si addice a un Paese democratico”.

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