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Forza Italia vuole allargare la coalizione: così punta a tornare determinante sullo scacchiere di Milano

La continua crescita degli azzurri nel post-Berlusconi si spiega con uno spostamento al centro, determinante anche nei prossimi sviluppi della città
Forza Italia vuole allargare la coalizione: così punta a tornare determinante sullo scacchiere di Milano
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Votare a favore della delibera su San Siro in cambio dell’appoggio del Pd al “Salva Milano”. La proposta lanciata da Letizia Moratti fa discutere, con l’avvicinarsi della decisiva seduta sullo stadio. La suggestione ha già diviso la maggioranza: tanto è stato possibilista Bussolati, quanto è stato tranchant Majorino nel rispedirla al mittente. Ma lo stadio potrebbe essere solo una tessera del puzzle: “La delibera potrebbe passare anche senza il nostro voto – confida un esponente azzurro – I ribelli nel centrosinistra sono pochi e noi a ranghi completi siamo 17, con due che però hanno anche altri incarichi (Comazzi e Sardone, nda) e potrebbero non esserci”. E allora perché proporre un accordo sul provvedimento più contestato della consigliatura? Lo sguardo va molto più in là, ovvero al voto del 2027.

Non è certo casuale che, appena 24 ore dopo la proposta al Pd, il centrodestra si sia spaccato in Regione sull’obbligo del vaccino sinciziale. La mozione di Forza Italia è stata appoggiata da dem e centristi, mentre Lega e Fdi hanno votato contro. L’onorevole Alessandro Sorte, coordinatore azzurro in Lombardia, mi dice che “questi due episodi ci confermano che FI va oltre gli schieramenti, punta sulle proposte e ha iniziativa politica. È per questo che negli ultimi due anni abbiamo avuto tanti ingressi da persone provenienti dal Terzo Polo e dalla Lega: noi non andiamo al traino di nessuno. Siamo saldamente nel centrodestra, ma saldamente distinti per la nostra proposta politica”.

Da tempo FI dialoga con Azione sulle comunali e Sorte svela una prospettiva decisamente interessante: “Vedrete che la nostra apertura su Milano si rivelerà lungimirante: anche a livello nazionale mi aspetto novità da Azione, a seguito della partecipazione di Calenda alla convention della nostra giovanile”. Il progetto è chiaro: “Nelle metropoli il centrodestra non basta per vincere. Dobbiamo allargare la coalizione e noi siamo gli unici che possono farlo. Bisogna parlare con responsabilità alle parti di città che vanno recuperate: tra San Siro e il Salva Milano ci sono in ballo miliardi di euro, sui quali la politica deve esprimersi con chiarezza”. Chiamando direttamente in causa la parte riformista del Pd, FI apre le porte ai malpancisti che si trovano in minoranza nel proprio partito, pur avendo vinto il congresso tra gli iscritti. Ci saranno dei clamorosi cambi di casacca?

“Sui territori sta già accadendo – prosegue Sorte – diversi Sindaci e consiglieri del Pd si stanno avvicinando al nostro partito. La nostra crescita è sotto gli occhi di tutti: in Regione siamo passati da 6 consiglieri a 10 e in Comune da 2 a 4, da aggiungere ai vari movimenti in provincia e ai diversi giovani di Azione che negli ultimi 6 mesi sono venuti da noi, tutti attratti da una linea politica che ho voluto fortemente spostare verso il centro”.

Ma non si tratta dell’ennesimo progetto neocentrista. FI vuole rendere il centrodestra più attrattivo per gli elettori moderati, operazione già tentata da La Russa facendo crescere Noi Moderati (il partito di Lupi). “Ma i loro consensi non sono saliti – confida un altro azzurro – mentre noi possiamo cogliere nel segno con Azione, che vale circa il 6,5% a Milano e il 3% a livello nazionale”. E il 3%, guarda caso, è la soglia di sbarramento ipotizzata da Meloni per la nuova legge elettorale: un motivo in più per il quale Calenda potrebbe sentirsi libero di mollare definitivamente il campo largo di Schlein. Ma non per correre da solo: “La legge elettorale rafforzerà la polarizzazione, ma al suo interno FI continuerà ad avere una linea identitaria, non appiattita sulla destra”, aggiunge Sorte.

Sulle ali del rilancio, gli azzurri puntano a tornare determinanti sullo scacchiere di Milano, ma ancora manca ancora un tassello fondamentale: la figura da candidare a sindaco nel 2027. Negli ultimi giorni è tornato in auge il nome di Regina De Albertis, essendo terminato il suo mandato alla presidenza di Ance. Certo, restano dei dubbi sulla compatibilità tra l’impegno istituzionale e quello professionale, ma il suo profilo è molto interessante e altrettanto temuto dal centrosinistra. Su questo, Sorte prende tempo: “Un candidato civico potrebbe essere la scelta giusta, ma ci sarà tempo e modo di trovare il nome idoneo. Quello che più ci sta a cuore è lo schema da seguire e, come dicevo, nelle grandi città dobbiamo necessariamente allargare la coalizione. Noi lo stiamo facendo”.

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