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Chi parla di violenza nei cortei del 22 settembre non ha capito nulla: scegliete da che parte della Storia stare

Una riflessione sulle manifestazioni per la Palestina e sul significato della resistenza pacifica di fronte al conflitto a Gaza
Chi parla di violenza nei cortei del 22 settembre non ha capito nulla: scegliete da che parte della Storia stare
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I cortei di lunedì 22 settembre per Gaza, nella giornata dello sciopero generale indetto dal sindacato Usb, sono stati un enorme successo. Una folla di gente pacifica, indignata, preoccupata, sconvolta, triste ma anche appassionata e più viva che mai per la tragedia che stanno vivendo le nostre sorelle e i nostri fratelli in Palestina. C’era il popolo in tutte le sue diversità generazionali e sociali: bambini, giovani, adulti, anziani. Unite e uniti contro la barbarie. Chi parla di violenza nei cortei e nelle piazze non ha visto e capito nulla. La malafede della propaganda la respingiamo al mittente. Chi indica il dito e non guarda la luna rischia di ritrovarsi da qui a breve in un brutto incubo politico.

Scegliete da che parte volete stare della storia. Perché la storia non la scriverete più voi con le mani sporche di sangue di Stato, ma i popoli, la gente comune, chi vuole la pace e non la guerra. Perché non ci fermeremo mai fino a quando gli oppressori non saranno sconfitti.

Ho sempre detto che la questione palestinese è la madre di tutte le lotte degli oppressi contro gli oppressori. Sono partigiano, ho scelto sin da adolescente da che parte stare. La violenza sta oggi solo da una parte, da parte di chi ha ucciso centinaia di migliaia di persone e 30.000 bambine e bambini. Che nessuno provi a sporcare con la propaganda di regime un fiume in piena di umanità. Cento persone che hanno forzato il blocco delle forze di polizia non sono nulla di fronte ad un milione di persone pacifiche e non violente. Se non vi bastano un milione ce ne saranno ancora di più.

La violenza è dello Stato d’Israele che sta consumando un genocidio, ma anche dei governanti d’Occidente che sono complici perché sostengono i crimini di guerra e contro l’umanità che si stanno perpetrando in Palestina. La violenza è quella. Violenza istituzionale e militare. Non di chi resiste in maniera eroica. Di fronte al terrorismo di Stato ci sono i martiri del popolo. La gente in Italia si è schierata in modo talmente forte che la premier Meloni, per la prima volta, arrampicandosi sugli specchi, incespicando sulle parole come una mediocre politica politicante, ha dovuto ammettere che lo Stato di Palestina va riconosciuto, seppur con delle condizioni inaccettabili. Non sa più che dire, rischia di essere travolta sulla questione palestinese.

Volete cancellare la Palestina? Il mondo sta diventando palestinese! Le parole non sono più sufficienti a condannare quello che di barbaro sta accadendo in Palestina, si deve passare ad azioni sempre più concrete prima che sia troppo tardi. Sarebbe auspicabile in Italia uno sciopero generale con l’adesione di tutto il Paese, con l’obiettivo di costringere politicamente il governo ad interrompere ogni relazione con un governo terrorista, a fermare ogni intesa economica e commerciale, stoppare il supporto militare, tecnologico e di intelligence, riconoscere senza condizioni lo Stato di Palestina e difendere con ogni mezzo la Global Sumud Flotilla sotto attacco da parte delle forze armate sioniste.

Solo i popoli a questo punto possono fermare la barbarie. Trump durante l’assemblea generale Onu ha dato il via libera a Netanyahu per la soluzione finale. I popoli vogliono invece la pace e non la guerra, vogliono l’umanità e non la barbarie, desiderano aiutare gli oppressi e non gli oppressori. Le emozioni forti delle piazze italiane sono linfa politica per chi non si rassegna al buio delle tenebre e pensa ancora che la vita, per quanto sempre più fragile, possa prevalere sulla morte.

Ps. Ovviamente a Napoli il sindaco Manfredi e la sua giunta erano assenti nel corteo. Un Sindaco così antinapoletano la città non l’ha mai avuto. Si è schierato dalla parte sbagliata della storia (con i sionisti) e non sa nemmeno interpretare il sentimento del popolo napoletano, anche perché non lo conosce, non lo vive e non sa nemmeno il grande cuore della mia città.

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