“Noi di Sanitari per Gaza interrotti mentre chiedevamo stop ai farmaci israeliani in Toscana: parlarne è tabù?”
di Saverio Benedetti*
Venerdì 19 settembre, al termine dell’incontro con il presidente Eugenio Giani e i due candidati alla presidenza della Regione Toscana Antonella Bundu e Alessandro Tomasi organizzato presso la sede dell’Ordine dei Medici di Firenze, l’intervento del rappresentante Sanitari per Gaza e della Rete Digiuno per Gaza è stato interrotto. Mentre chiedevamo di sospendere l’acquisto di farmaci israeliani alcuni colleghi in sala hanno gridato e il presidente dell’Ordine dei Medici invece di intimare il silenzio ha interrotto l’intervento dicendo: ”Non è così. Teva in Italia ha tantissimi stabilimenti. Non sono né l’istituzione Ordine dei Medici, né la Regione e neppure i candidati a dover prendere queste decisioni”. Dunque ha salutato “Eugenio”, rimasto in silenzio, e tutto è finito. Ma se è così, chi altri allora dovrebbe assumersi queste responsabilità?
Le nostre richieste alle istituzioni e agli ordini dei medici sono note ed erano le seguenti: riconoscere il genocidio in corso e contrastarlo con ogni mezzo a disposizione; sospendere gli ordini e l’acquisto dei farmaci israeliani Teva secondo il parere del 19 luglio 2024 della Corte di Giustizia Internazionale; rimuovere il console onorario di Israele dalla presidenza della fondazione dell’ospedale pediatrico Meyer; conferire il Pegaso d’oro alla relatrice speciale dell’Onu Francesca Albanese, gravemente sanzionata dagli Usa.
Lo stesso presidente Giani ha dichiarato a giugno scorso che anche la Regione Toscana (dopo Puglia ed Emilia Romagna) avrebbe interrotto i rapporti istituzionali, economici e sociali con Israele. E allora perché il Sistema Sanitario Regionale continua ad acquistare i farmaci israeliani? Perché parlare di questo è un tabù? Non vogliamo farmaci il cui utilizzo finanzi indirettamente l’economia israeliana, l’acquisto di armi e il genocidio in corso. Non vogliamo finanziare chi ha bombardato ospedali e ambulanze uccidendo tantissimi operatori sanitari e malati innocenti.
E cosa c’entra il fatto che “Teva in Italia ha tantissimi stabilimenti”? O si criticano tutte le forme di sanzioni e di boicottaggio (anche quelle contro la Russia per esempio) o le si considerano delle forme di pressione legittime la cui ragionevolezza dipende dal motivo per cui sono stabilite. La pulizia etnica, la carestia e il genocidio in corso ci sembrano ragioni davvero molto valide per mettere in atto delle sanzioni.
Intanto Gaza è diventata “una miniera d’oro” per gli assassini di bambini. In un video su Instagram una giovane soldatessa dell’IdF, interrogata se avesse mai ucciso dei bambini, ha risposto candidamente: “Solo quattro”. Un altro soldato invece ha scherzato: “All’inizio sì. Ora non se ne vedono più”. Risate. Solo quattro.
Il presidente Giani ha parlato di “provocazione” da parte nostra. “Eugenio” ci ha dunque lasciati per raggiungere rapidamente la testa del corteo della Cgil (sciopero generale) che si svolgeva in contemporanea a Firenze, dove si è fatto fotografare con lo striscione in mano. Quella stessa manifestazione a cui avevamo aderito anche noi che con la Cgil collaboriamo attivamente. Quella stessa Cgil che fra l’altro ha sottoscritto anche la nostra “Lettera aperta al presidente Giani” e che di questo ringraziamo.
In quella lettera, firmata anche da Sinistra Progetto Comune, M5S, AVS e Giovani Democratici, si chiede la rimozione del console onorario di Israele dalla presidenza della Fondazione dell’ospedale Pediatrico Meyer. Quel Marco Carrai che poco prima della morte della giovane Marah a Pisa (una donna palestinese di 20 anni e 35 kg) scriveva su Facebook di “propaganda anti ebraica” e cioè del “far passare bambini con malattie neurologiche, curati peraltro in Italia, per denutriti. Dichiarare che non c’è distribuzione di cibo quando la stessa Onu ha campi pieni e non li distribuisce”. Una vergogna.
Perché Giani scarica la responsabilità sul direttore generale del Meyer Paolo Morello Marchese? Non è questione “tecnica” né personale. E’ questione politica. Per questo ne risponde il presidente Giani. Perché non destituisce il console di Israele come ha fatto con il console russo, rimosso dalla stessa Fondazione a ottobre 2024?
Infine a inizio settembre scorso Giani ha dichiarato che “a fine mandato” sarà “opportuna un’altra figura”. A fine mandato. Fra oltre un anno. Quando la Palestina sarà solo un ricordo. Ma che senso ha screditare una persona e mantenerla nel suo ruolo? Sarà vero o saranno solo promesse pre elettorali? E quanti bambini moriranno ancora da qui a fine mandato?
Intanto il Guardian ha pubblicato la confessione di due bravi ragazzi, uno di Chicago e uno di Monaco arruolatisi nelle IdF per fare i cecchini (“snipers”) a Gaza. Hanno ammesso di aver sterminato un’intera famiglia. Li hanno abbattuti uno dopo l’altro mentre tentavano di recuperare il corpo del figlio. Fortunatamente hanno un nome e un cognome. Si chiamano Daniel Raab e Daniel Graetz. Il secondo è stato incriminato in Germania.
Proprio il 22 settembre la Cgil assieme a tutti gli altri sindacati ha firmato un comunicato in cui si chiede di fare “scelte coerenti in tema di forniture e servizi” in Usl Toscana centro (leggi No Teva), mentre in consiglio comunale a Firenze è passato un ordine del giorno per interrompere la vendita di farmaci israeliani nelle farmacie comunali come già fatto a Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Barberino Tavarnelle, San Gimignano, Rosignano Marittimo. La nostra non era una “provocazione”, ma un invito a passare dalle parole ai fatti.
Hind Rajab, cinque anni, è stata uccisa a gaza con oltre 330 colpi in gennaio 2024. La sua vocina è immortalata per sempre in un audio straziante divenuto una pellicola Leone D’oro a Venezia. “La notte si sta avvicinando. Ho paura. Per favore vieni a prendermi”. Poi hanno aperto il fuoco.
Certo che sono le istituzioni che dovrebbero prendere decisioni! Unione Europea, Governo, Regioni, Comuni, Ordini dei Medici. E’ proprio perché le istituzioni non hanno preso decisioni che il genocidio è potuto andare avanti.
*Coordinamento Regionale Toscano Sanitari per Gaza