Attaccata la Flotilla: colpita anche la barca coi i parlamentari M5s e Avs e la ‘nostra’ Otaria. “L’Onu ci dia scorta e osservatori diplomatici”
L’attacco è arrivato nella notte tra martedì e mercoledì. Ordigni assordanti, flash bang, si direbbe, magari grossi petardi, lanciati da piccoli droni verso le barche della Global Sumud Flotilla in navigazione in acque internazionali, a una ventina di miglia a sud della punta occidentale di Creta. Li hanno indirizzati verso le vele, rendendole inservibili per almeno quattro barche delle oltre 40 in viaggio verso Gaza con aiuti umanitari. Su alcune hanno lanciato sostanze imprecisate, apparentemente urticanti. Nessun danno alle persone, certo non volevano uccidere né affondare le barche, ma non sono nemmeno soltanto colpi di avvertimento: vogliono ridurre le barche o almeno rallentarne la navigazione, magari per abbordarne soltanto un minor numero.
Hanno cominciato intorno alle 00.50 greche, le 23,50 di martedì in Italia, poi sono andati avanti per almeno due ore. Dieci, forse dodici esplosioni. Il primo ordigno l’hanno tirato su Otaria, la barca che ospita anche chi scrive, per fortuna a una certa distanza dall’albero. “Un drone volava sopra un’altra barca, ha puntato su di noi con una specie di lenza che penzolava, poi l’ha fatta esplodere”, dice chi era di turno nel pozzetto. Un gran botto è una luce accecante Poi ne hanno colpite almeno altre sei. “Su Morgana hanno provato tre volte, hanno danneggiato la randa che è inservibile”, spiegano dalla barca su cui viaggiano la portavoce italiana della Flotilla Maria Elena Delia e i parlamentari Benedetta Scuderi dei Verdi e Marco Croatti del M5S.
È la vela principale la randa, una barca a vela senza randa può navigare ma è meno stabile e consuma molto più gasolio: un bel problema se si considerano le circa 550 miglia nautiche che ci separano da Gaza. Hanno una o più vele danneggiate anche Taigete, forse la barca più solida partita dall’Italia, Luna Bark e Zefiro: un video impressionante mostra l’esplosione su Taigete. Poco prima dell’inizio delle esplosioni c’è stata una interferenza sul canale della radio VHF usata per le comunicazioni tra le varie barche della Flotilla: i misteriosi incursori hanno mandato musica e così i partecipanti alla missione hanno cambiato canale.
Tutto attorno abbiamo visto decine di droni, ne vediamo da giorni, sono droni più grandi che volano ad alta quota, droni da ricognizione, presumibilmente militari, sul Mediterraneo li usano un po’ tutti. Ed è un bene che sorveglino, così vedono che sulle barche della Flotilla c’è gente pacifica che vuole rompere l’assedio a Gaza, contro la quale usare la forza è un crimine. Altra cosa sono i piccoli droni che volano basso e colpiscono, come peraltro era già successo il 9 e il 10 settembre in Tunisia con ordigni incendiari lanciati sulle navi principali partite il 31 agosto da Barcellona, la Familia Madeira e l’Alma. Il ministero degli Esteri israeliano scrive da due giorni su X che non consentirà alla Flotilla, chiamata grottescamente “Flotilla di Hamas”, di arrivare a Gaza. L’attacco della notte scorsa potrebbe essere l’inizio di un’escalation molto pericolosa che potrebbe proseguire già stanotte. Di giorno, magari, non si faranno vedere.
“Sono state colpite imbarcazioni battenti bandiera di Italia, Inghilterra e Polonia. È stato come un attacco ai tre Paesi. È un episodio molto grave, che crea un precedente. Ci auguriamo che la politica intervenga”, ha detto Delia, portavoce della delegazione italiana. I contatti con la Farnesina non si sono mai interrotti anche se il governo, per bocca del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, ha assunto un atteggiamento assai più timido rispetto ai governi di Spagna, Irlanda, Slovenia e altri Paesi che hanno avvertito espressamente Israele del rischio di “conseguenze” in caso di azioni illegali in acque internazionali o di arresti arbitrari.
“Esplosioni, droni non identificati e interferenze nelle comunicazioni. Stiamo assistendo in prima persona a queste operazioni psicologiche, proprio ora, ma non ci lasceremo intimidire – hanno scritto nella notte sui canali Telegram della Global Sumud Flotilla – Gli estremi a cui Israele e i suoi alleati arriveranno per prolungare gli orrori della fame e del genocidio a Gaza sono disgustosi. Ma la nostra determinazione è più forte che mai – prosegue la Gdf – Queste tattiche non ci impediranno di portare aiuti a Gaza e rompere l’assedio illegale. Ogni tentativo di intimidirci non fa che rafforzare il nostro impegno. Non ci lasceremo mettere a tacere. Continueremo a navigare”.
Successivamente l’allarme è stato rilanciato: “Chiediamo con urgenza un’immediata presa di posizione pubblica di condanna questi attacchi, la protezione dei partecipanti da parte delle istituzioni internazionali, pressione diplomatica e politica sui responsabili per fermare queste azioni illegali” è scritto nell’appello. “Se qualcuno dovesse essere ferito o ucciso, si tratterebbe di un ulteriore crimine di guerra da aggiungere alla lunga lista di violazioni già commesse. È fondamentale che governi, istituzioni e organizzazioni internazionali intervengano ora, prima che sia troppo tardi”.
L’organizzazione ha avanzato poi una richiesta ancora più specifica: “Esigiamo che tutti gli Stati membri dell’Onu, e in particolare quelle nazioni che sono a bordo delle imbarcazioni, garantiscano e facilitino immediatamente una protezione efficace, tra cui scorta marittima, osservatori diplomatici accreditati e una presenza protettiva manifesta” affinché “la Flotilla possa avanzare in sicurezza senza ostacoli e il diritto prevalga sulle azioni di annientamento”.