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Inchiesta urbanistica a Milano, il Riesame: “L’ex assessore Tancredi e Marinoni a libro paga dei costruttori”

Tre ordinanze hanno ribadito che l’accusa di corruzione permane per loro e per l’imprenditore Federico Pella, confermando le valutazioni del gip. Il reato viene riqualificato contestando non la corruzione su singoli atti contrari ai doveri d’ufficio ma per l’esercizio della funzione
Inchiesta urbanistica a Milano, il Riesame: “L’ex assessore Tancredi e Marinoni a libro paga dei costruttori”
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No, non era affatto crollata, dissolta, smontata, svanita, fallita, l’inchiesta milanese sull’urbanistica, come avevano scritto in molti dopo che il Tribunale del riesame a metà agosto aveva ordinato la scarcerazione per due imputati (l’imprenditore Andrea Bezziccheri in carcere e l’ex componente della Commissione Paesaggio Alessandro Scandurra ai domiciliari). Tre ordinanze emesse dal Tribunale del riesame in altra composizione (con due giudici uguali e uno diverso su tre) hanno ribadito che l’accusa di corruzione permane per altri tre indagati, l’ex assessore Giancarlo Tancredi, il presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e l’imprenditore Federico Pella.

Tancredi e Marinoni, scrivono i giudici, erano pubblici ufficiali “a libro paga” dei costruttori. Per Tancredi, Marinoni e Pella la custodia cautelare era stata sostituita con una misura interdittiva, ma i giudici nelle motivazioni ora confermano che “il gip nell’ordinanza impugnata ha dato ampiamente conto delle fonti di prova”, “confermando il quadro di gravità indiziaria nei confronti di Tancredi”, dunque “le valutazioni del gip devono essere confermate”, “pur con le precisazioni che si diranno in relazione alla qualificazione giuridica dei fatti”: viene riqualificato il reato, contestando non la corruzione su singoli atti contrari ai doveri d’ufficio (articolo 319 del codice penale) ma la corruzione per l’esercizio della funzione (articolo 318). “Dalla complessiva ricostruzione dei fatti emergono quindi gravi indizi del fatto che Tancredi abbia consapevolmente concorso al perfezionamento del patto corruttivo intercorso tra Marinoni e Pella”.

Spiegano i giudici che “la riforma del 2012 (Cartabia, ndr) mediante la riformulazione dell’articolo 318 ha inteso punire proprio i fenomeni di messa a libro paga del pubblico ufficiale a prescindere dal compimento di singoli atti contrari e doveri d’ufficio”. Così per Tancredi “si ravvisano gravi indizi di colpevolezza per il reato di corruzione impropria” (articolo 318), per “generale asservimento della funzione”, anche se non si individuano con precisione gli atti contrari. Così pure per Pella, per il quale sono confermate le esigenze cautelari “per pericolo di reiterazione del reato in considerazione della notevole capacità dell’indagato di intessere relazioni con pubblici ufficiali”. Per Marinoni resta la corruzione vera e propria: “Ravvisati gravi indizi di colpevolezza per tutti i capi di imputazione (corruzione propria e falsità ideologica commessa in atto pubblico). Ravvisate esigenze cautelari per pericolo di reiterazione in considerazione della generale spregiudicatezza criminale”.

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