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Stop auto termiche 2035, Draghi sfida von der Leyen: “Serve neutralità tecnologica”

L’ex presidente BCE denuncia i ritardi su infrastrutture e costi degli EV, mentre il PPE prepara una proposta per rinviare il phase-out 2035
Stop auto termiche 2035, Draghi sfida von der Leyen: “Serve neutralità tecnologica”
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“Man mano che avanziamo con la decarbonizzazione, la transizione deve essere flessibile e pragmatica. Ma in alcuni settori, come quello automobilistico, gli obiettivi si basano su presupposti non più validi”. Questo il parere di Mario Draghi ex presidente della BCE: “La scadenza del 2035 per le emissioni zero allo scarico era concepita per spingere gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica, far crescere il mercato interno, stimolare l’innovazione e rendere i modelli elettrici più economici”.

Tutto ciò, però, “non è avvenuto”, col mercato dei veicoli elettrici cresciuto più lentamente del previsto, complici i listini dei modelli alla spina, che “restano costosi”. Draghi è quindi tornato a invocare la neutralità tecnologica nella prossima revisione del regolamento sulle emissioni di CO2, che “tenga conto delle catene di approvvigionamento, delle esigenze infrastrutturali e del potenziale dei carburanti a zero emissioni di carbonio”.

Considerazioni dirette pure alla presidente della Commissione europa Ursula von der Leyen, che ha aperto alle richieste del settore automobilistico, come quella di promuovere sviluppo e produzione di “auto piccole e accessibili“, come le kei-car giapponesi: queste ultime sono lunghe fino a 3,4 metri e con motore fino a 660 cc di cilindrata, sono progettate in nome dell’efficienza e godono di tariffe assicurative e fiscalità agevolate.

“Milioni di europei vogliono acquistare auto europee a prezzi accessibili”, definite come “E-Car“: i primi costruttori a proporne l’adozione in Europa sono stati Stellantis e Renault, ma non è chiaro se saranno solo elettriche o anche ibride.

Per la von der Leyen la “E sta per ecologica, efficiente, economica ed europea, prodotta in Europa, con catene di fornitura europee”. La presidente non molla sull’auto a batteria – “Il futuro è elettrico e l’Europa ne farà parte” – ma apre a soluzioni tecniche alternative: sono “in via di preparazione la revisione del 2035 nel rispetto della neutralità tecnologica”. Sicchè sarà anticipato a fine anno l’esercizio della clausola di revisione del regolamento sulle emissioni che, di fatto, impone lo stop alla vendita di vetture termiche dal 2035.

Pesa pure il pressing del PPE, il partito più numeroso e sostenitore della “maggioranza Ursula”: il leader del gruppo, Manfred Weber, presenterà presto una proposta di legge per cancellare il phase-out 2035, “a tutela dell’industria e dell’occupazione. Gli errori ideologici della scorsa legislatura devono essere corretti”.

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