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Festa del Fatto Quotidiano

Ultimo aggiornamento: 13:29 del 14 Settembre

Conte alla Festa del Fatto: “Meloni alza i toni sull’omicidio di Kirk per nascondere le difficoltà del Paese”

Dal palco del Fatto, il leader del M5s avverte: "Oggi la situazione è peggiorata rispetto a Berlusconi, il controllo di Meloni è molto più pesante"
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Ultima giornata della festa del Fatto Quotidiano al Circo Massimo, gremita di pubblico e scandita dall’intervista a Giuseppe Conte. Sul palco, a incalzarlo, il direttore de ilfattoquotidiano.it e di Fq Millennium, Peter Gomez, e il giornalista Luca De Carolis. L’ex presidente del Consiglio ha parlato a tutto campo, puntando il dito contro la strategia comunicativa del governo Meloni.

Gomez ha chiesto a Conte un commento sulle parole di Giorgia Meloni, che alla festa nazionale dell’Udc ha evocato l’omicidio del leader conservatore americano Charlie Kirk, molto vicino a Donald Trump, per accusare la sinistra italiana di “minimizzare o giustificare la violenza contro chi non la pensa come loro”.
Conte non ha esitato: “A spiegarlo è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovambattista Fazzolari. Ha redatto una velina l’11 settembre in cui ha messo a punto una strategia comunicativa. Direi che è una strategia che cerca di alzare i toni dagli esponenti di destra: interviene Tajani, interviene Meloni, interviene Ciriani, uno dopo l’altro, e ributtano la palla alzando i toni, invitando però fintamente ad abbassarli”.

Secondo il leader del M5s, l’obiettivo è duplice: “Da una parte introdurre norme repressive del dissenso, inasprendo pene e creando nuove fattispecie di reato, addirittura se ti sdrai per terra per testimoniare la tua contrarietà a un’infrastruttura. Dall’altra attaccare gli esponenti dell’opposizione, accusandoli di fomentare l’odio”.
Poi ha precisato: “Noi non fomentiamo nessun odio, sia chiaro. Siamo contro ogni violenza, contro ogni omicidio, anche contro ogni forma di aggressione. Governate se siete capaci, se non siete capaci fatevi da parte“.

L’intervista ha poi toccato il tema del consenso elettorale. “Obiettivamente in questo Paese i partiti che hanno come programma la pace e non le armi non hanno il successo, ma il partito di Giorgia Meloni rimane al 30%“, ha osservato Gomez.
Conte ha replicato: “Il dato che hanno ancora un consenso è vero. Certo, mi piacerebbe verificare quanto resisterà, visto che il malcontento cresce e non so se tutto questo durerà, non ho la sfera di cristallo. Però mi piacerebbe verificare il loro consenso se non avessero occupato i canali televisivi, da Mediaset alla Rai, se non avessero testate affidate addirittura a parlamentari di questa maggioranza“.

Poi ha affondato sul tema del pluralismo: “Le isole indipendenti come il Fatto Quotidiano sono davvero poche. Il problema del pluralismo oggi è serio e, secondo me, la situazione è peggiorata rispetto a Berlusconi. Però lui era portatore di un conflitto così plateale che suscitava un muro di contrasto nel Paese. Oggi nessuno direbbe che Giorgia Meloni è proprietaria, giusto? E quindi questo aspetto si prende sotto gamba, ma il controllo è molto più pesante”.

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