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Consigliere di Forza Italia taglia i fazzoletti simbolo contro i femminicidi. Cgil: “Gesto che fa eco alla violenza maschile”

Iacopo Bojola ha tagliato con le forbici i panuelos del movimento "Non una di meno", postando anche le immagini su facebook. Donne del Pd: "Tentativo di cancellare una presenza radicale, viva"
Consigliere di Forza Italia taglia i fazzoletti simbolo contro i femminicidi. Cgil: “Gesto che fa eco alla violenza maschile”
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I fazzoletti rosa, simbolo del movimento femminista ‘Non una di menò, utilizzato in segno di protesta contro i femminicidi e la violenza contro le donne, erano stati appesi alla ringhiera posta a protezione dell’antico pozzo del Leoncino, uno dei simboli di Pistoia, in piazza della Sala. Ma il consigliere comunale di Forza Italia Iacopo Bojola li ha tagliati con le forbici, e ha postato su Facebook una foto a testimonianza (foto in alto). Un’immagine accompagnata dalla didascalia “c’è chi deturba e chi pulisce #patrimonio storico #monumenti”.

Il gesto ha scatenato le polemiche della politica e delle associazioni locali. “Per il consigliere comunale Bojola, i pañuelos che portano i nomi delle donne e delle persone Lgbtqia+ vittime di femminicidio e di omolesbotransfobia sarebbero ‘spazzatura’ che ‘deturpa’ la città”, si legge in una nota della segreteria Cgil Prato Pistoia – Coordinamento donna Spi Cgil -. Per questo si vanta di strapparli via. Un gesto che non è solo offensivo: è violento, perché fa eco e giustifica quella stessa violenza maschile che ogni giorno uccide e mortifica migliaia di donne e persone Lgbtqia+”.

Sul caso interviene anche il gruppo Donne democratiche dell’Unione comunale del Pd di Pistoia. “Il pañuelo – scrivono in un comunicato – è un simbolo della lotta transfemminista. Non si rimuove, si rispetta. Nel nostro territorio e nella nostra città – prosegue la nota -, così come in molte altre, i pañuelos, i fazzoletti rosa o fucsia appesi da Non una di meno, non sono semplici pezzi di stoffa. Sono segni visibili di sorellanza, memoria e resistenza”. “Rimuoverli è un atto politico – si legge ancora -. Chi strappa un pañuelo non sta ‘riordinando’ lo spazio pubblico. Sta tentando di cancellare una presenza femminista, radicale, viva”.

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