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Demolire San Siro? Io in uno stadio ci ho abitato tre settimane e so che è più di un edificio

Decine di persone più competenti di me si sono già confrontate ed espresse sul tema Meazza, aggiungo e aggiorno qualcosa. L'aggiunta è molto personale
Demolire San Siro? Io in uno stadio ci ho abitato tre settimane e so che è più di un edificio
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Dopo mesi di indagini rese note, di richieste di rinvio a giudizio, di chat pubblicate, di discussioni polemiche e critiche al cosiddetto Modello Milano, dopo che la legge di liberalizzazione urbanistica detta Salva Milano è stata affossata, ecco il primo bivio dirimente e divisivo per Milano: la decisione sulla vendita di San Siro e delle aree adiacenti, con conseguenti interventi immobiliari, demolizione dello Stadio Meazza, costruzione ex novo di un altro stadio.

Sarebbe una decisione del tutto contraria al documento inviato al Comune di Milano da 200 docenti universitari tra urbanisti, architetti, sociologi, oltre che ovviamente contraria ai comitati che da anni si battono contro quello che da anni definiscono uno scempio (l’abbattimento dello stadio) e una speculazione (l’investimento immobiliare sulle aree).

Decine di persone più competenti di me si sono già confrontate ed espresse sul tema, aggiungo e aggiorno qualcosa. L’aggiunta è molto personale: nell’anniversario del colpo di Stato in Cile dell’11 settembre 1973. Mentre scrivo, da poche ore Rai Play Sound ha pubblicato un podcast a puntate intitolato “21 giorni: Cile Estadio Nacional”, la mia storia per raccontare la vicenda storica. Io frequento poco gli stadi, ma in quello di Santiago ho abitato per tre settimane, con i prigionieri dei militari golpisti. In qualche modo, a quell’edificio sono affezionato e ha degli aspetti belli.

Inaugurato nel 1938, nel 2003 lo Estadio Nacional, soprannominato Elefante Bianco, è stato dichiarato monumento storico. Forse anche per questo motivo, quando si prospettarono problemi di adeguamento e di sicurezza, nessuno propose abbattimenti e privatizzazioni e lo stadio venne reinaugurato nel 2010 con restauri e ristrutturazioni che non lo hanno stravolto.

L’11 settembre ha un’altra coincidenza. In quella data, nel 1955, a Milano, a San Siro si svolse la prima partita con il secondo anello dello stadio. Ragion per cui sono passati già 50 anni dalla sua nascita.

L’argomento degli anniversari e dei vincoli storico-architettonici ha una sua importanza. Real Madrid e Barcellona hanno ristrutturato i loro stadi, non li hanno abbattuti. C’è anche chi lo stadio lo ha abbattuto e ricostruito e “non è morto nessuno”? Certo, ma anche basta! Basta con scegliere sempre la soluzione usa e getta, la soluzione che provoca altissime emissioni di gas serra.

Ma l’argomento principale per me è e dovrebbe essere politico. Dopo una estate passata a parlare della necessità del riequilibrio (urbanistico, ma direi ambientale sociale urbanistico) e della necessità di dare segni di discontinuità, al primo passaggio veramente importante si sceglie di nuovo la strada del semaforo verde agli investimenti immobiliari, e della privatizzazione?

Milano è un caso nazionale, San Siro è uno stadio noto in tutto il mondo. Se il Consiglio comunale nella sua maggioranza non riesce a scegliere la soluzione più sobria, forse è meglio che sul caso decidano i cittadini.

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