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Bimbo nasce senza gambe, il ginecologo condannato a risarcire la famiglia

La donna si era sottoposta a tutti gli esami necessari, ma i medici non avevano mai riscontrato la condizione "così evidente e grave". Per la giudice il caso investe anche il piano della libertà di scelta negata
Bimbo nasce senza gambe, il ginecologo condannato a risarcire la famiglia
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Durante il periodo di gravidanza tutto era andato bene. Tutti controlli a cui la donna si era sottoposta certificavano che il bambino cresceva bene e non erano presenti anomalie. Poi al momento della nascita, nella notte di Natale del 2015 all’ospedale Maggiore di Parma, è stato scoperto che il bimbo non aveva le gambe, dal ginocchio in giù. Un evento che, come si legge sul Corriere della Sera, ha segnato tutta la famiglia e che solo dopo dieci anni ha visto la conclusione giudiziaria.

I giudici del tribunale di Parma hanno condannato il ginecologo, che seguì la gravidanza, a risarcire i genitori di 350mila euro tra danni e spese legali. Una decisione che riconosce il trauma subito dalla famiglia, travolta da una realtà che nessuno era stato in grado di riconoscere. L’ordinanza, della giudice Cristina Ferrari, ha accolto la tesi degli avvocati della famiglia, secondo la quale nessuno si era accorto della malformazione. “È altrettanto pacifico e documentato che nessuno dei medici coinvolti nella vicenda avesse rilevato prima della nascita del bambino l’esistenza della malformazione, nonostante durante la gravidanza la donna si fosse sottoposta a plurimi esami”.

Una negligenza senza giustificazioni per i magistrati. Le perizie medico-legali hanno dimostrato che le ecografie furono lette in modo errato. “I medici avrebbero dovuto rilevare una condizione così evidente e grave. L’errore diagnostico, dunque, non è stato frutto del caso, ma di una catena di superficialità e di mancata attenzione”.

Il danno alla famiglia non si limita solamente alla nascita di un figlio con disabilità, ma “investe anche un piano più profondo, quello della libertà di scelta”. Alla donna non è stato permesso scegliere se abortire o meno. I genitori hanno, così, subito un danno morale dallo choc al momento della nascita per non essersi potuti preparare emotivamente a un tale evento. “La mancata diagnosi della malformazione del feto durante la gravidanza e la sua scoperta al momento della nascita del bimbo ha drammaticamente fatto andare in pezzi l’immagine che la donna si era creata e sognata nei nove mesi precedenti”.

Il giudice evidenzia che “con elevata probabilità la donna avrebbe abortito se avesse avuto tempestiva notizia della malformazione del feto”. Non è la prima volta che accade un fatto del genere all’ospedale Maggiore di Parma. Nel 2003 una bambina venne al mondo con gravi problemi fisici che ne causarono la morte a quattro anni. Anche in quel caso, a seguire la gravidanza era lo stesso medico ginecologo.

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