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Vecchia dicitura, bocciatura se non si sostiene l’orale e addio interrogazione su tutte le materie: come cambia l’esame di maturità

I movimenti studenteschi contrari ai cambiamenti: "Nessun confronto è stato aperto con noi, nessuno ci ha chiesto cosa pensiamo"
Vecchia dicitura, bocciatura se non si sostiene l’orale e addio interrogazione su tutte le materie: come cambia l’esame di maturità
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Cambierò la maturità. Chi boicotterà l’orale sarà bocciato”. Così aveva detto a metà luglio il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara dopo che alcuni studenti avevano fatto scena muta al colloquio, per essere comunque promossi in virtù dei crediti ottenuti nelle prove scritte. Detto, fatto. Oggi, salvo imprevisti dell’ultima ora, arriverà in Consiglio dei ministri il decreto che metterà lo stop ai boicottaggi degli orali. Ma non solo. Il “pacchetto” che il leghista presenterà al tavolo di Palazzo Chigi prevede altri due ritocchi all’esame di Stato. Il primo: verrà cambiato il nome, diventerà di nuovo “maturità” com’era stato partorito dalla riforma Gentile nel periodo fascista, esattamente nel 1923. Per gli studenti cambierà poco nella sostanza, visto che la questione pare più politica. A introdurre la dicitura “esame di Stato” era stato, infatti, il ministro Luigi Berlinguer nel 1997. Da allora nessun Governo, pur apportando alcune novità nella prova, aveva mai pensato di tornare al passato. Ora lo fa Valditara.

L’altro cambiamento, più sostanziale, riguarda invece proprio l’orale che non sarà più un’interrogazione su tutte le materie ma un colloquio disciplinare a cui dovrebbe seguire una seconda parte che valorizzerà i percorsi di Ptco (ex scuola alternanza/lavoro), il curriculum dello studente, l’orientamento, l’educazione civica, lo sport. Una prova, quest’ultima, che mira a far emergere “il percorso di maturazione del ragazzo”, senza puntare solo sulle sue competenze cognitive. Tra i corridoi di viale Trastevere si vocifera che il ministro abbia anche buttato un occhio alla questione commissioni mentre non dovrebbe cambiare nulla per quanto riguarda il punteggio delle prove.

Immediate le reazioni degli studenti che, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, sono passati all’attacco: “Nessun confronto è stato aperto con noi, nessuno ci ha chiesto cosa pensiamo. Il Forum delle associazioni studentesche più rappresentative non viene convocato da più di un anno e intanto, chi sceglierà il silenzio per protesta, come accaduto in diversi casi quest’anno, sarà bocciato automaticamente, anche in presenza di buoni risultati nelle prove scritte, rimarcando ancora una volta la repressione del dissenso al centro di questo governo e di questa scuola”, dice Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti. Per Federica Corcione, dell’esecutivo nazionale dell’organizzazione, “il ministro si riempie la bocca di ‘educazione civica‘, ma nella pratica spazi di discussione e partecipazione vengono repressi. Parlano di formare ‘cittadini’, ma poi trasformano la maturità in un interrogatorio. Noi studenti vogliamo una scuola che ci ascolti, una maturità che permetta davvero di esprimersi. Non una prova di obbedienza”.

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