Israele, dimostranti bruciano auto e cassonetti sotto casa di Netanyahu. Ben-Gvir: “Terrorismo”
Cassonetti e pneumatici sono stati incendiati a Gerusalemme questa mattina per protestare contro Benjamin Netanyahu e il mancato accordo per riportare in Israele gli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. Le fiamme hanno raggiunto e distrutto anche l’auto di un riservista delle Israel Defense Forces. Lo ha riferito la polizia israeliana condannando gli “atti vandalici” e segnalando che non ci sono stati feriti. I roghi, che hanno costretto gli abitanti del luogo ad abbandonare le proprie case, sono divampati nella “Giornata di Disordine” proclamata per chiedere al governo di negoziare un accordo per il rilascio dei 48 ostaggi tenuti prigionieri dai gruppi terroristici a Gaza. Altri gruppi di manifestanti si sono radunati mercoledì mattina e sono previste altre manifestazioni nel corso della giornata.
Attivisti si sono radunati anche sotto la casa del ministro per gli Affari Strategici Ron Dermer, principale collaboratore del premier a cui è affidato il delicato dossier degli ostaggi. I manifestanti sotto casa Dermer hanno letto ad alta voce i nomi dei 48 ostaggi rimasti e hanno esposto uno striscione con la scritta: “48 ostaggi – Dermer zero”. I manifestanti hanno poi affermato che “dalla nomina di Dermer, nessun ostaggio è tornato a casa. E’ ora di promuovere un accordo e riportare tutti indietro, anche a costo di fermare la guerra”.
“C’è un solo termine per descrivere ciò che sta accadendo stamattina: terrorismo”, ha dichiarato il Ministro della Giustizia Yariv Levin. “L’ondata di incendi dolosi e terroristici di questa mattina nei pressi dell’abitazione del Primo Ministro nel quartiere di Rehavia è avvenuta con il sostegno del procuratore generale che vuole bruciare il Paese”, ha dichiarato il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, riferendosi al procuratore generale Gali Baharav-Miara, che si è scontrato con il governo.. “Consentiremo a chiunque di esercitare il proprio diritto alla libertà di espressione nell’ambito di una protesta legittima”, si legge in un comunicato della polizia. “Allo stesso tempo – prosegue la nota -, la polizia non permetterà che vengano arrecati danni all’ordine pubblico, inclusi l’incendio di bidoni della spazzatura, atti vandalici, blocchi stradali o qualsiasi altra azione illegale che metta a repentaglio la sicurezza pubblica o interrompa la vita quotidiana”.
Nelle indagini sui roghi scoppiati sotto l’abitazione di Netanyahu e sull’incendio che ha distrutto l’auto del riservista è stato coinvolto anche lo Shin Bet, l’agenzia per la sicurezza interna poiché, riferiscono i media, l’incendio è stato appiccato vicino alla residenza del primo ministro, che è un “simbolo del potere“. Secondo la legge, lo Shin Bet è responsabile delle indagini sui casi di danneggiamento dei simboli del potere, ad esempio stazioni di polizia, alti funzionari del governo locale o centrale e istituzioni statali. Il Shin Bet non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito.
Manifestazioni sono in corso in diverse parti di Gerusalemme. Un gruppo di attiviste della “Coalizione delle Madri e delle Donne” si sono barricate sul tetto della Biblioteca Nazionale, vicino alla Knesset, chiedendo un accordo per il rilascio dei rapiti e la fine della guerra. Dal tetto dell’edificio sono stati srotolati due striscioni giganti con lo slogan “Negligenza e uccisioni” accanto a una foto di Netanyahu. Gli attivisti sono rimasti sul tetto, mentre decine di altri sono radunati nel giardino sottostante. In una nota, i manifestanti hanno dichiarato: “698 giorni di fallimento. 698 giorni in cui cittadini israeliani sono stati abbandonati alla morte”, ma ”il governo israeliano e il suo leader si rifiutano di discutere l’accordo sul tavolo. Scelgono invece di continuare una guerra politica senza scopo né giustificazione operativa, abbandonando gli ostaggi nei tunnel di Hamas, abbandonando i soldati dell’Idf, uccidendoli – uccidendo noi. Basta! Risolveremo il problema”.