Roma, verso maxi-inchiesta su “Phica.net” e “Mia Moglie”: “Nel forum erano accettati anche minorenni vestiti”
Si va verso una maxi inchiesta per la vicenda dei siti sessisti in cui venivano pubblicate foto di donne, senza il loro consenso, accompagnate da commenti volgari e insulti. I pm di Roma sono in attesa di una prima informativa della polizia Postale riguardo alla piattaforma Phica.net, dove venivano pubblicati anche scatti di politiche, influencer e attrici, e non si esclude che i magistrati possano far confluire tutto all’interno dell’inchiesta già aperta sul gruppo “Mia Moglie” per revenge porn. Il procedimento sarà coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Non è escluso che successivamente anche altri procedimenti sui siti sessisti siano riunificati nel fascicolo di Roma. Intanto la procura di Firenze ha aperto un fascicolo per diffamazione ai danni della sindaca di Firenze Sara Funaro: la decisione arriva dopo che la sindaca ha presentato denuncia per le sue foto pubblicate, insieme a quelle di altre note esponenti politiche italiane, su Phica.net.
Nelle ultime ore è uscita la notizia che le indagini su Phica si concentrano sul presunto gestore 45enne Vittorio Vitiello. Secondo quanto riferito dall’agenzia Adnkronos, l’admin di Phica.net, in una chat del 4 febbraio 2022, scrisse: “Minorenni vestiti e non soggetti dell’intero link sono accettati”. All’interno della stessa discussione, c’erano link a video o immagini di minorenni nudi o in intimo, “vietati e da segnalare se trovati”. Non solo donne, quindi. Bambini, ragazzini. Purché vestiti. Alex Orlowsky, esperto di cyberintelligence sentito dall’Adnkronos, nell’analisi fatta dalla sua società ha evidenziato come l’attività della rete di soggetti, domini e società collegate al sito Phica.net risalga a venti anni fa, quando il dominio compare per la prima volta nella Wayback Machine.
“Vittorio Vitiello era l’admin – precisa – ma era tutta la società che c’è dietro. Le persone che monetizzavano su questo sito sono esperti di pornografia amatoriale, dai dvd porno sono passati a sfruttare il fenomeno internet. Il reato sta laddove monetizzavano sui contenuti illegali che venivano caricati”. E accusa: “Vitiello è uno che chiedeva soldi per rimuovere i contenuti, e questo è un reato: a provarlo ci sono chat, trasferimenti su Paypal. Ha iniziato a chiedere soldi, secondo quanto emerso dalla nostra analisi, almeno dal 2017. Lui non è veramente il capo, lui era l’admin ma ci sono altri nomi. L’unica società legata a Phica. net è un gruppo di varie società all’estero, una anche in Italia produce video porno ma non risulta nella gestione della pagina: sono scatole cinesi, tutto anonimizzato e non tracciabile. Si parla di Vitiello perché lui ha fatto anche estorsione, quando gli chiedevano di cancellare le foto, chiedeva soldi per rimuoverli. E questa è estorsione”.