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Sicurezza scuole: “Nove su dieci non hanno tutte le certificazioni. Del tutto privi 3.588 edifici”

Spicca la Valle D'Aosta come regione più virtuosa, mentre il Lazio è fanalino di coda. Il collaudo statico, fondamentale per il rischio sismico, manca nelle zone a più alto rischio: il dossier di Tuttoscuola
Sicurezza scuole: “Nove su dieci non hanno tutte le certificazioni. Del tutto privi 3.588 edifici”
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Le scuole ricominceranno a breve, ma 9 su dieci non hanno tutte le certificazioni obbligatorie di sicurezza. Si tratta di 36mila plessi sui poco meno di 40mila presenti in tutto il Paese. E il 9% del totale, 3.588 edifici, ne sono del tutto privi. Istituti in cui studiano e lavorano circa 700mila tra studenti e personale scolastico. Sono i dati del dossier di Tuttoscuola, “basato su dati contenuti nella sezione Open Data dell’Anagrafe Nazionale dell’Edilizia scolastica” relativi all’anno scolastico 2023/2024.

Tra i risultati dell’analisi spicca un dato ancor più preoccupante: nelle zone d’Italia considerate “ad alto rischio sismico” il certificato di collaudo statico “è posseduto da meno della metà degli edifici”, il 49%. Percentuale che, in modo quasi paradossale, sale al 56% là dove il rischio sismico è considerato più basso. “In tema di sicurezza sono cinque le certificazioni fondamentali previste dalla normativa: certificato di agibilità, certificato di prevenzione incendi, certificato di omologazione centrale termica, piano di evacuazione, documento di valutazione dei rischi. I primi tre sono rilasciati da enti esterni, gli ultimi due sono prodotti dall’istituzione scolastica a cui fanno capo gli edifici”, spiega Tuttoscuola.

“Ciascuno dei cinque documenti riguarda aspetti essenziali per l’incolumità di chi entra a qualsiasi titolo in un immobile. Meno di un edificio su 10 dispone di tutte e cinque le certificazioni fondamentali previste, cioè di quello che dovrebbe essere la norma per uno standard di sicurezza adeguato”. L’assenza delle certificazioni dipende da diversi fattori: non sono stati fatti i collaudi (oppure, peggio, non sono stati superati), o “non sono stati elaborati i piani che valutano i rischi e stabiliscono le regole di evacuazione”.

Il problema è diffuso su tutto il territorio nazionale ma in proporzioni differenti. Nel Lazio solo il 12,7% degli istituti ha tutte le certificazioni, 407 scuole su 3.203. In Sardegna è il 14%, in Sicilia il 18,9%. La regione più virtuosa è la Valle D’Aosta, dove la percentuale di edifici considerati sicuri è dell’87,8%. A seguire Piemonte (53,4%), Veneto (52,7%) e Friuli (52%), e in generale in tutte le regioni del Nord circa una scuola su due ha i certificati. Eccezioni sono le Marche e la Liguria: la regione adriatica è al 50% come al settentrione, mentre quella che dà sul tirreno si ferma al 31,1%. Un dato simile a quello del centro, dove la percentuale media è del 29,7%, poco sotto il 30% delle regioni del Sud.

Secondo fonti del ministero dell’Istruzione, i dati di Tuttoscuola, facendo riferimento all’anno scolastico 2023/24, non tengono conto dei lavori in atto su oltre 10mila edifici scolastici, grazie ai fondi Pnrr a cui sono stati aggiunti fondi ministeriali: in sostanza sono state avviate opere sul 22% del patrimonio edilizio scolastico, i cui risultati saranno misurabili solo tra qualche anno. Inoltre le fonti ministeriali ricordano che la responsabilità degli interventi antisismici sulle scuole è degli enti locali.

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