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Dalla diffamazione aggravata al vilipendio di cariche dello Stato: cosa rischiano gli utenti dei forum sessisti

La Polizia postale è sulle tracce degli indirizzi Ip delle persone che commentavano usando un nickname, scambiandosi immagini di donne senza il loro consenso
Dalla diffamazione aggravata al vilipendio di cariche dello Stato: cosa rischiano gli utenti dei forum sessisti
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Già prima della chiusura del forum “Phica.net“, il sito pornografico non consensuale con migliaia di foto di donne, molti utenti hanno cercato di eliminare il proprio account, anche a pagamento. La Polizia postale, però, è sulle tracce degli indirizzi Ip degli utenti che commentavano usando un nickname e che rischiano diverse accuse: dalla diffamazione aggravata all’istigazione a commettere reati, passando al vilipendio di cariche dello Stato e del governo. Tra le migliaia di foto di donne condivise senza autorizzazione, spesso immagini scattate a loro insaputa, ed esposte a commenti sessisti, ci sono infatti anche diverse esponenti politiche, da Giorgia Meloni a Elly Schlein.

Le donne ritratte nelle foto erano sottoposte a oggettivazione sessuale e migliaia di utenti istigavano a commettere reati, compresa la violenza sessuale. Una volta identificati, gli utenti rischierebbero anche l’accusa di diffusione non autorizzata di immagini sessualmente esplicite, reato previsto dall’art. 612 ter del codice penale per il quale le vittime hanno 6 mesi di tempo per presentare denuncia. Le denunce saranno infatti essenziali per perseguire questi crimini. ma non tutte le vittime sono conoscenza della grave violazione della loro privacy . Lo ha sottolineato Lia Quartapelle, deputata del Pd e vittima del forum, a Repubblica: “Mi sono arrabbiata moltissimo, non tanto per me, che sono un personaggio pubblico, quanto per le altre donne, che non hanno profilo istituzionale e si sono trovate esposte alla pubblica gogna. Noi politiche siamo schedate, catalogate con nome e cognome, e per questo io posso denunciare, dato che c’è il mio nome, ma le altre donne di cui ci sono solo immagini carpite chissà come. Intanto, è giusto ed urgente che chi ha una posizione pubblica usi questo “privilegio” per denunciare. Faremo querele individuali ma anche un ricorso collettivo, certamente”, ha detto la deputata.

“Assumeremo e potenzieremo iniziative specifiche per il monitoraggio di situazioni di questo tipo, la segnalazione alle autorità competenti, a cominciare dalla magistratura, e l’individuazione degli strumenti più efficaci per il contrasto di questa barbarie del terzo millennio”, ha detto la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. “Stiamo lavorando sulla formazione per mettere a fuoco segnali e comportamenti spia di situazioni violente, e stiamo lavorando per far sì che la Rete come luogo di libertà non si trasformi in un luogo di sopraffazione e mancanza di rispetto, soprattutto nell’ambito dei minori e delle nuove generazioni”, ha aggiunto la ministra.

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