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Oltre 30mila sanitari digiunano per Gaza. Proteste per le parole di Anelli su Israele. I promotori: “Rettifichi”

La giornata di protesta è stata un successo, anche oltre le aspettative degli organizzatori. Ma si è chiusa con la polemica contro le parole del presidente dell'ordine dei medici che ha preso le distanze dai boicottaggi, perché "danneggiano il popolo israeliano, vittima e non responsabile di questa ingiusta guerra". Gli organizzatori: "Non ci rappresenta"
Oltre 30mila sanitari digiunano per Gaza. Proteste per le parole di Anelli su Israele. I promotori: “Rettifichi”
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Sono stati almeno 30mila i sanitari che oggi, 28 agosto, hanno digiunato in segno di protesta per chiedere la fine dello sterminio a Gaza. Un numero ben più alto di quanto avessero preventivato gli stessi organizzatori. Una grande manifestazione di solidarietà e di attivismo per il mondo della sanità italiana, che ha coinvolto medici ospedalieri, di famiglia e operatori in tutta Italia. Tutti orchestrati dalla rete #digiunogaza, dall’organizzazione “Sanitari per Gaza” e dalla campagna Bds (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni). Perché “per chi deve salvare vite, è impossibile stare in silenzio davanti al genocidio”. Ma questa presa di posizione netta, non è stata pienamente condivisa dall’ordine dei medici, che tramite le dichiarazioni del suo presidente, Filippo Anelli, pur plaudendo all’iniziativa, ha denunciato le azioni di boicottaggio contro Tel Aviv, perché “danneggiano il popolo israeliano, vittima e non responsabile di questa ingiusta guerra”. Dichiarazioni che hanno scatenato la dura reazione dei promotori del Digiuno.

“I medici e i sanitari che operano nell’ambito del servizio sanitario nazionale che hanno aderito oggi alla giornata di digiuno si dissociano da quanto dichiarato dal presidente Anelli“, si legge in una lettera firmata da molti medici ospedalieri. “Noi non prendiamo le distanze da iniziative di boicottaggio nei confronti di aziende che finanziano le operazioni militari di Israele contro i civili, le donne, i bambini, i giornalisti e i medici a Gaza – prosegue il testo -. Chiediamo che l’ordine rettifichi quanto affermato. Quanto espresso è solo l’opinione del dottor Anelli e non di tutti i medici che egli dovrebbe rappresentare”.

Al di là della frattura con Anelli, i promotori giudicano l’iniziativa un successo: “Possiamo dire che è andata benissimo – spiegano i promotori – e continueremo con le nostre richieste, in particolare rivolgendoci alle aziende sanitarie affinché adottino la delibera che proponiamo”. Nell’immediato, infatti, l’organizzazione del Digiuno ha chiesto alle aziende sanitarie di adottare una delibera che le impegni a mettere in atto “tutte le azioni possibili per fermare il genocidio in corso”. I sanitari hanno in prima persona scritto il documento. Una sorta di codice etico di condotta, basato su quattro principi: evitare qualsiasi forma di collaborazione con enti riconducibili a Stati accusati di commettere genocidio; identificare criteri etici specifici per gli acquisti di beni e servizi, escludendo aziende complici; promuovere politiche attive per facilitare la cooperazione e l’accoglienza della popolazione palestinese; sensibilizzare ed educare sul tema, posizionando l’ente come un attore responsabile a livello internazionale. “Chiediamo alle aziende sanitarie di assumere una posizione chiara – è l’appello – adottando la delibera e rendendosi parte attiva nella tutela della salute e della dignità delle popolazioni vittime di genocidio“.

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