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Donna morta sulla panchina a Viareggio, eseguita l’autopsia. Lei e il marito vivevano in auto

La donna, ex insegnante. e il marito da tempo 'abitavano' nella loro auto, ma in questo periodo estivo dormivano completamente all’aperto sulle panchine nel verde dell’ex Campo d’Aviazione
Donna morta sulla panchina a Viareggio, eseguita l’autopsia. Lei e il marito vivevano in auto
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Ci vorranno due mesi per avere gli esiti dell’autopsia eseguita dal medico legale Luigi Papi all’obitorio di Lucca sulla salma di Maria Rita Morrone, la 65enne ex insegnante trovata morta su una panchina in un parco di Viareggio (Lucca) dove viveva insieme al marito. I coniugi da tempo ‘abitavano’ nella loro auto, ma in questo periodo estivo dormivano completamente all’aperto sulle panchine nel verde dell’ex Campo d’Aviazione.

La procura di Lucca ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e nei giorni scorsi aveva notificato due avvisi di garanzia a due dottoresse dell’ospedale della Versilia di Lido di Camaiore, una del pronto soccorso ed una del reparto di dermatologia. La 65enne era stata curata in ospedale per una patologia a una gamba. Uno degli aspetti controversi della vicenda è stabilire quale tipo di assistenza sociale e non solo sanitaria abbia ricevuto, anche da altri enti pubblici, trattandosi di un caso di evidente marginalità.

Intanto dopo il sindaco di Forte dei Marmi, Bruno Murzi – che a nome dei sindaci della Versilia ha espresso solidarietà al personale del pronto soccorso dell’ospedale, in particolare rispetto alle critiche piovute sui social – anche il sindacato Fials (sigla che raccoglie il maggior numero di iscritti dell’ospedale di Lido di Camaiore) è sceso a fianco dei colleghi denunciando le conseguenze dei tagli. Scrive il segretario del sindacato Daniele Soddu: “No alla gogna social, adesso servono soluzioni”. Giorni fa anche l’Ordine dei medici di Lucca ha manifestato solidarietà ai colleghi e al primario del pronto soccorso Giuseppe Pepe. Anche l’avvocato Enrico Carboni che assiste il marito della donna morta, rinnova massima fiducia nei confronti dei medici. “Non è accusare ma provare a comprendere, capire tutto quello che è successo e cosa è possibile fare anche per superare i loro eventuali rifiuti e le loro resistenze in casi come quelli di questa coppia”. L’uomo adesso è in un Rsa.

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