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Botulino, gli indagati salgono a nove: c’è anche il titolare del camion di panini. Diagnosi confermata, a breve le autopsie

Fascicolo aperto anche nei confronti dei cinque medici che hanno avuto in cura i pazienti dopo i primi sintomi
Botulino, gli indagati salgono a nove: c’è anche il titolare del camion di panini. Diagnosi confermata, a breve le autopsie
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Salgono a nove gli indagati dalla Procura di Paola (Cosenza) per le intossicazioni da botulino che hanno causato due morti e 14 ricoveri. Si tratta del titolare del food truck di Diamante, sulla costa tirrenica, dove tutti i colpiti avevano mangiato un panino salsiccia e cime di rapa, di tre responsabili delle ditte produttrici degli ingredienti e di cinque medici, appartenenti a due strutture sanitarie private, che hanno avuto in cura i due deceduti, il 52enne Luigi Di Sarno (di Cercola, nel Napoletano) e la 45enne Tamara D’Acunto (di Diamante). I reati ipotizzati sono omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.

Dalla Procura si sottolinea che l’iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un atto dovuto in vista degli accertamenti irripetibili previsti tra martedì e mercoledì, tra cui le autopsie sulle due vittime. La vicenda, secondo quanto ricostruito finora, ha avuto inizio tra domenica 3 e martedì 5 agosto, quando tutte le persone coinvolte hanno consumato l’alimento contaminato: i sintomi sono emersi tra le 24 e le 48 ore successive. Per quanto riguarda le posizioni dei medici indagati, la Procura vuole accertare se i due morti hanno ricevuto o meno una diagnosi tempestiva nelle strutture in cui si erano recati: saranno fondamentali le verifiche sulle cartelle cliniche già sequestrate nei giorni scorsi.

“L’Istituto superiore di sanità ha confermato, attraverso le analisi di laboratorio, la diagnosi di botulismo nei primi tre campioni prelevati ai pazienti giunti all’ospedale Annunziata di Cosenza. I risultati attestano la presenza del focolaio, già sospettato clinicamente nei giorni scorsi”, comunica intanto l’Azienda ospedaliera cosentina. “Grazie alla tempestiva diagnosi di botulismo, l’Azienda ha potuto attivare con prontezza tutte le procedure previste, richiedendo l’antitossina botulinica, disponibile presso il ministero della Salute. L’intervento immediato ha consentito di somministrare il trattamento nei tempi utili, scongiurando conseguenze potenzialmente fatali per molti dei pazienti coinvolti”, viene sottolineato.

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