Trump: “Vedrò Putin il 15 agosto in Alaska”. Zelensky, escluso: “Non regaleremo le nostre terre”. E fa appello all’Europa: “Servono misure chiare”
Donald Trump incontrerà Vladimir Putin il 15 agosto in Alaska. Ad annunciarlo sul proprio social Truth è stato il presidente degli Stati Uniti: “L’attessissimo incontro tra me, in qualità di presidente Usa e il presidente russo Putin si svolgerà il 15 agosto in Alaska”. Il Regno Unito ospita questo pomeriggio un incontro tra alti funzionari di Stati Uniti, Ue, Ucraina e diversi Paesi europei per definire una posizione comune in vista del vertice, ha fatto sapere un portavoce della Commissione europea, confermando la partecipazione di un proprio rappresentante all’incontro, al quale prenderanno parte anche i rappresentanti di Italia (con l’ambasciatore Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico di Giorgia Meloni), Francia, Germania e Polonia.
Al vertice non è prevista la presenza di Volodymyr Zelensky, anche se un alto funzionario della Casa Bianca ha detto alla Cbs che la pianificazione “è ancora fluida” e che è ancora possibile che il presidente ucraino “possa essere coinvolto in qualche modo”. Ma dalla Russia emergono dubbi sul prosieguo del dialogo: “Senza dubbio, alcuni Paesi interessati alla prosecuzione del conflitto compiranno sforzi titanici, ricorrendo a provocazioni e disinformazione, per far fallire l’incontro“, ha scritto su Telegram Kirill Dmitriev, Ceo del Fondo russo per gli investimenti diretti russi.
L’esclusione e le indiscrezioni sulle concessioni che Kiev dovrebbe fare per arrivare a una tregua non sono piaciute al presidente ucraino. “L’Ucraina è pronta a prendere decisioni concrete che possano portare alla pace – ha scritto su Telegram il presidente ucraino -. Qualsiasi decisione contro di noi, qualsiasi decisione che escluda l’Ucraina, è allo stesso tempo una decisione contro la pace e non porterà a nulla. Sono decisioni morte, non funzioneranno mai. E noi tutti abbiamo bisogno di una pace reale, viva, che le persone rispettino”. “Gli ucraini difendono ciò che è loro – ha proseguito il leader ucraino -. Ovviamente, non daremo alla Russia nessuna ricompensa per quello che ha fatto…. La risposta alla questione territoriale ucraina è già nella Costituzione dell’Ucraina… Gli ucraini non regaleranno la loro terra all’occupante”. “Sono necessarie misure chiare da parte degli europei”, ha aggiunto parlando col premier britannico Kier Starmer e sottolineando come in questo momento serva “il massimo coordinamento tra Kiev e i suoi alleati”.
Anche l’altra grande esclusa, l’Unione europea, prova a far sentire la propria voce: “L’Ue continua a sostenere i negoziati di pace per porre fine alla guerra di aggressione russa, con l’Ucraina al tavolo e in cui l’Ucraina può prendere decisioni indipendenti e sovrane, che l’Ue sosterrà”, ha riferito un portavoce della Commissione europea. Sulla stessa lunghezza d’onda, Emmanuel Macron: “”Il futuro dell’Ucraina non può essere deciso senza gli ucraini che da oltre tre anni lottano per la propria libertà e sicurezza. Anche gli europei saranno necessariamente parte della soluzione, perché da essa dipende la loro sicurezza”, ha scritto il presidente francese su X dopo un colloquio con Zelensky, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer.
Tra le nazioni escluse rientra in qualche modo anche l’Italia. Roma aveva tutte le carte in regola per ospitare il vertice, ma ha perso la possibilità di ottenere questo “indubbio, storico successo diplomatico” a causa della “russofobia della classe dirigente”, un “insensato sostegno a 360 gradi all’Ucraina” e un “totale rifiuto del dialogo”, ha scritto sul suo canale Telegram l’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, tornando a puntare il dito contro l’Italia come aveva già fatto nei giorni scorsi.
Emergono, in queste ore, le prime indiscrezioni sul piano per il cessate il fuoco. Secondo il Wall Street Journal, Mosca ha presentato una proposta che include importanti concessioni territoriali da parte di Kiev – almeno tutto il Donbass (Donetsk e Lugansk), oltre al riconoscimento della Crimea, mentre sarebbe incerta la sorte di Zaporizhzhia e del Kherson – e un impegno per il riconoscimento a livello globale delle sue rivendicazioni. Ieri sera Trump ha lasciato intendere che uno scambio di territori sarebbe parte di un possibile accordo. “Ci stiamo pensando, ma in realtà stiamo cercando di recuperare qualcosa e di scambiare qualcosa. È complicato. Ma ne riavremo un po’. Ne scambieremo alcuni. Ci saranno alcuni scambi di territori per il miglioramento di entrambi”, ha spiegato il tycoon.
“Il Cremlino si aspetta che, dopo l’Alaska, il successivo incontro tra i presidenti russo e statunitense Vladimir Putin e Donald Trump si svolga in territorio russo“, ha dichiarato il consigliere del leader russo Yuri Ushakov, confermando la sede del vertice. “Guardando al futuro, dovremmo puntare a far sì che il prossimo incontro tra i presidenti si tenga in territorio russo. L’invito corrispondente è già stato esteso al presidente degli Stati Uniti”, ha affermato Ushakov. Il consigliere ha riferito che i due leader discuteranno di un accordo a lungo termine sull’Ucraina ma anche di rispettivi interessi economici che “si intersecano in Alaska e nell’Artico“. Quanto alla scelta dell’Alaska come luogo del primo incontro, Ushakov ha detto che “Russia e Stati Uniti sono vicini di casa, confinanti. E sembra del tutto logico che la nostra delegazione attraversi semplicemente lo Stretto di Bering e che un vertice così importante e atteso dei leader dei due Paesi si tenga in Alaska”.