Ponte sullo Stretto, sì definitivo al progetto. Salvini promette: “Cantieri tra settembre e ottobre”. E annuncia: “Ci sarà la metropolitana”
Il Ponte sullo Stretto è quasi realtà. Almeno è questa l’intenzione del governo Meloni, non certo inedita in una storia ormai decennale e finora senza esito. Oggi gli ultimi passaggi formali: il Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo, ha approvato il progetto definitivo. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini prevede che i cantieri partano tra settembre e ottobre, previa la bollinatura della Corte dei Conti.
La previsione del vicepremier leghista è che l’inaugurazione si possa tenere tra il 2032 e il 2033. Per le auto e gli altri mezzi su gomma il tempo medio di percorrenza si ridurrà da una forbice di 70-100 minuti a 10 minuti anche se – è l’inciso un po’ contraddittorio del ministro – “se ci andrete da turisti in agosto rischiate di aspettare anche 3-4 ore”. I treni attraverseranno lo Stretto in un quarto d’ora contro le due-tre ore di oggi, aggiunge ancora Salvini. I soldi: l’investimento è di 13 miliardi e mezzo. “Sarà una parte della soluzione dei problemi del Mezzogiorno in Italia, se sarà ultimata l’Av in corso di progettazione da Salerno a Reggio Calabria” continua il ministro.
“Non è un punto di arrivo ma un punto di partenza, che arriva dopo due anni e mezzo di lavoro costante, qualche centinaio di riunioni a tutti i livelli. “È un’emozione, non si è mai arrivati alla approvazione del progetto definitivo con l’intera copertura economica e la condivisione dei territori. Sarà il ponte a campata unica più lungo al mondo. Oggi il primato è turco, poi giapponese e poi cinese”. Ci sarà anche una metropolitana, ha illustrato Salvini: “Tre fermate sul fronte messinese che collegheranno tutti i giorni studenti, pendolari, lavoratori, ingegneri, turisti, in metropolitana, da una sponda all’altra”. Alla riunione del Cipess è intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha parlato di “una tappa fondamentale nell’azione di questo governo per avviare la costruzione di un’opera tanto imponente quanto all’avanguardia dal punto di vista tecnico e ingegneristico.
Un’infrastruttura dai tanti primati, a partire da quello che lo renderà il ponte sospeso a campata unica più lungo del mondo. Ma il progetto non si limita alla costruzione del ponte in senso stretto. Sono previsti infatti oltre quaranta chilometri di raccordi stradali e ferroviari per connettere l’infrastruttura. Si tratta – è quasi superfluo dirlo – di un’opera strategica per lo sviluppo di tutta la nazione”, ha sottolineato Meloni. Il ponte, ha aggiunto, “sarà un simbolo ingegneristico di rilevanza globale, una dimostrazione della forza di volontà e della competenza tecnica dell’Italia, che ha pochi paragoni nel mond. Non è un’opera facile ma lo riteniamo un investimento sul presente e sul futuro dell’Italia, e ci piacciono le sfide difficili quando sono sensate”.
Molti citano Silvio Berlusconi, al quale la figura immaginifica del Ponte – con plastici in tv e numerose campagne elettorali attraverso gli anni – è legata a doppio filo: “Si realizza il sogno del nostro Presidente Silvio Berlusconi che per primo ha creduto nel collegamento stabile tra Calabria e Sicilia come volano per la competitività, per la crescita, per il futuro del nostro Paese”, festeggia il sottosegretario di Forza Italia al ministero delle Infrastrutture Tullio Ferrante. È un’opera, dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, “attesa da decenni e capace di rivoluzionare il futuro della Sicilia e del Mezzogiorno”.
Salvini ricorda anche l’ex ministro Pietro Lunardi, suo predecessore oltre vent’anni fa, diventato noto tra l’altro per quella frase in cui – parlando proprio di opere strategiche a Sud – disse che mafia e camorra “ci sono sempre state e sempre ci saranno. Dovremo convivere con queste realtà” e che “questo problema però non ci può impedire di fare le infrastrutture”. Salvini invece assicura che “il fronte della sicurezza e del contrasto alle infiltrazioni mafiose è un fronte fondamentale che ci vede schierati h24”. Per un’opera da 13,5 miliardi, “contrastare ogni qualsivoglia tentativo di infiltrazione sarà una nostra ragion d’essere. Con il ministero dell’Interno si stanno adottando tutti protocolli come già per Expo e le Olimpiadi: bisogna attenzionare tutta la filiera, perché sia impermeabile ai malintenzionati. Se si dovesse non fare il ponte perché ci sono mafia e ‘ndrangheta allora non facciamo più niente”, ha aggiunto. Proprio sui controlli antimafia alcuni mesi fa si era consumato un confronto aperto tra Salvini e il Quirinale su una norma inserita nel decreto Infrastrutture: “La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina”, scrisse la presidenza della Repubblica in una nota. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale, adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi, che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie”. La normativa poi per questo fu corretta in corsa.
Intanto Bruxelles sta “esaminando la documentazione ricevuta” dall’Italia l’11 giugno sul progetto nel quadro della direttiva habitat, che tutela la biodiversità nei siti d’interesse Ue, “e valuterà a tempo debito se e come reagire” fa sapere all’Ansa un portavoce dell’esecutivo Ue. La notifica ricevuta a giugno, precisa, “include la valutazione d’incidenza” ambientale prevista dalla normativa, “i motivi imperativi d’interesse pubblico” che giustificherebbero l’opera e “le misure compensative proposte”. Sul possibile inserimento del Ponte tra i progetti a doppio uso civile e militare, “la valutazione spetta a Roma”.