Il mondo FQ

L’ambasciatore russo a Roma: “Non ci possiamo fidare dell’Italia. Russofobia e ucrofilia sono i nuovi virus”

La lunga intervista al quotidiano russo Izvestia del diplomatico che cita anche Pertini: "Oggi in Italia non ci sono politici di questo tipo"
L’ambasciatore russo a Roma: “Non ci possiamo fidare dell’Italia. Russofobia e ucrofilia sono i nuovi virus”
Icona dei commenti Commenti

“Al momento non ci possiamo fidare dei nostri interlocutori italiani“. Sono le parole dell’ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, in una lunga intervista al quotidiano Izvestia dove aggiunge che “due nuovi virus hanno penetrato le élite italiane al posto del Covid: la russofobia e l’ucrofilia, che acquisiscono forme particolarmente aggressive”.

Pochi giorni fa era stato convocato alla Farnesina, dopo la pubblicazione sul sito ministero degli Esteri di Mosca di una lista di “esempi di manifestazione di russofobia“, tra i quali compariva anche il nome del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi, dalle pagine del quotidiano russo, Paramonov attacca la leadership italiana che, a suo avviso, “rimane ermeticamente chiusa a contatti ufficiali con la parte russa a tutti i livelli” e i dirigenti italiani “non si stancano mai di ripetere parole come un mantra sulla lealtà alla Nato e sulla disponibilità a mettere in atto tutto ciò che viene da questa organizzazione aggressiva e distruttiva”. Ciò comprende anche l’aumento delle spese militari fino al 5% del Pil, che “per l’Italia significa una vera catastrofe economica“, aggiunge. “Le autorità – continua l’ambasciatore – non smettono di ripetere che questo deve essere fatto per essere pronti a respingere un’invasione russa“, ma “questa è una mera menzogna“.

L’ambasciatore a Roma cita anche Pertini: “L’Italia ha da tempo dimenticato le parole pronunciate negli anni ’50 in Parlamento da un noto politico che partecipò al movimento della resistenza italiana, il presidente partigiano Sandro Pertini. All’epoca in cui si discuteva dell’adesione dell’Italia alla Nato, lui si oppose categoricamente e disse: ‘La Nato è uno strumento di guerra’. Si tratta di una frase molto saggia, pronunciata allora, ma che è rimasta valida e attuale in tutti questi anni”. Purtroppo, commenta Paramonov, “oggi in Italia non ci sono politici di questo tipo“.

Dalle autorità italiane – prosegue Paramonov – “sentiamo costantemente dichiarazioni rassicuranti che l’Italia non è in stato di guerra con la Russia, che non manderà personale militare sul territorio dell’Ucraina nelle zone di combattimento, e non permette alle autorità ucraine di utilizzare gli armamenti forniti per colpire in profondità la Federazione Russa”. Ma in realtà Mosca, insiste Paramonov, non può fidarsi troppo di questo perché da molti anni “i Paesi dell’Occidente collettivo, compresa l’Italia, hanno cercato di presentare la loro posizione e azioni in una luce migliore e più amichevole rispetto a quello che erano veramente”. Per questo, conclude il diplomatico, “ora non dobbiamo affatto fidarci dei nostri interlocutori ufficiali italiani”.

Dichiarazioni che hanno provocato le reazioni della politica italiana: “Spazzatura propagandistica, tra disinformazione, rovesciamento della realtà e provocazioni”, le definisce la parlamentare e segretaria di Noi Moderati, Mara Carfagna. “Per tornare a ‘fidarsi’ basterebbe poco: sarebbe sufficiente che la Federazione Russa smettesse di bombardare le città ucraine, cessasse di uccidere civili innocenti e si ritirasse da un paese libero che ha invaso in violazione di ogni regola del diritto internazionale”, scrive su X Ivan Scalfarotto, senatore e responsabile Esteri di Italia Viva. “In Italia non ci sono russofobi, ci sono forze democratiche impegnate a respingere le intimidazioni di un regime autocratico e intollerante. Chi odia i russi abita al Cremlino“, dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione