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Il Genoa rifiuta l’abbonamento all’ex presidente Zangrillo. Lui denuncia: “Mi hanno definito persona non gradita”

"Mi hanno detto che era stato ordinato di non farmi sottoscrivere la tessera per la prossima stagione", racconta lo storico medico personale di Berlusconi, che è stato presidente del Grifone fino a pochi mesi fa. Poi la denuncia alla Finanza
Il Genoa rifiuta l’abbonamento all’ex presidente Zangrillo. Lui denuncia: “Mi hanno definito persona non gradita”
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Lo hanno definito “persona non gradita“, una locuzione molto diffusa in un periodo segnato da delicatissimi rapporti diplomatici. In questo caso, però, la geopolitica non c’entra. Si tratta, infatti, soltanto di una questione di pallone. Eppure è questa la locuzione usata dai dipendenti del Genoa per giustificare il diniego opposto ad Alberto Zangrillo, storico tifoso del Grifone e presidente della società rossoblù tra il 2021 e il 2024.

Primario del San Raffaele di Milano, storico medico personale di Silvio Berlusconi, Zangrillo si era recato al ticket office del Porto Antico, nella città ligure, per sottoscrivere un abbonamento stagionale, ma si è visto rifiutare la richiesta. “Ho chiesto di fare la tessera per me e per mio figlio, ma si è materializzato il signor Marco Trucco, che imbarazzatissimo mi ha fatto cenno di seguirlo. Mi ha condotto in uno studio, di fronte al desk e scuotendo la testa mi ha detto che non era possibile per me avere un abbonamento, perchè aveva ricevuto l’ordine di non farmelo sottoscrivere”, racconta Zangrillo al Fatto Quotidiano. Il primario del San Raffaele ha chiesto a Trucco chi avesse dato quell’ordine. “E lui ha risposto, sempre più imbarazzato: lo immagina, non mi metta in difficoltà”. A quel punto Zangrillo è uscito dal ticket office e si è recato al Nucleo della Guardia di Finanza per denunciare l’accaduto: la dirigenza della sua squadra, di cui è stato presidente fino a pochi mesi fa, lo ha inserito in una black list di persone non gradite.

Solo l’ultima puntata di una feroce guerra intestina fatta di veleni e carte bollate, scoppiata per aggiudicarsi il controllo del club calcistico più antico d’Italia. Sulla vicenda sta indagando anche la procura di Genova, che ipotizza la truffa nell’ambito del passaggio di proprietà del Grifone: tra le persona ascoltate dal procuratore aggiunto Alberto Landolfi nei mesi scorsi anche lo stesso Zangrillo. L’indagine nasce da un esposto di Acm, società del gruppo Acap, holding assicurativa americana con un credito da due miliardi di dollari nei confronti 777 Group, gli ex proprietari del Grifone finiti nei guai negli Stati Uniti.

In pratica la società Usa contesta l’aumento di capitale che ha portato alla fine del 2024 all’ingresso in società del rumeno Dan Sucu, diventato azionista di maggioranza e nuovo presidente. Finora i vari ricorsi presentati da Acm in sede civile sono stati tutti respinti. Il Fatto Quotidiano aveva raccontato i retrocena di questa vicenda, documentando la spaccatura avvenuta all’interno del Grifone. “Zangrillo si comporta come un bambino arrabbiato, sta facendo un casino in giro”, aveva detto l’amministratore delegato Andreas Blazquez, nominato da 777 e poi rimasto al vertice anche con la nuova proprietà rumena. “Mi contestano di essermi schierato con A-Cap e contro il Genoa, ma non è così: io votai a favore dell’aumento di capitale che avrebbe poi portato all’entrata dei nuovi azionisti, dice Zangrillo.

Il medico, tra l’altro, è rimasto nel consiglio d’amministrazione anche dopo aver ceduto la presidenza a Sucu: da componente del cda, dunque, potrebbe continuare ad andare allo stadio. “Ma dovrei chiedere i biglietti per ogni partita – racconta – Sa cosa è successo l’ultima volta, quando abbiamo giocato contro la Roma? Mi hanno fatto accomodare tra i tifosi romanisti, molto lontano dalle postazioni della dirigenza. Per questo motivo quest’anno volevo pagarmelo l’abbonamento”.

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