Freedom Flotilla, arrestato l’equipaggio: ci sono anche due attivisti italiani. Tajani: “Firmino per partire o sarà rimpatrio forzato”
L’equipaggio civile che era a bordo della nave Handala della Freedom Flotilla – compresi due attivisti italiani e due deputate francesi – è arrivato al porto di Ashdod, dopo il fermo illegale in acque internazionali da parte delle forze militari di Israele. Lo comunica la stessa ong, sottolineando che l’equipaggio “è stato sequestrato in acque internazionali e condotto con la forza in un porto israeliano”. La marina Tel Aviv aveva interrotto ogni contatto con la nave a partire dalle 23:43 locali di ieri, dopo che le forze israeliane erano salite a bordo e avevano disattivato le telecamere. La nave Handala stava viaggiando verso Gaza per tentare di forzare il blocco israeliano e consegnare simbolicamente aiuti umanitari. Era la 37esima missione in 18 anni della Freedom Flotilla: si è avvicinata alle acque di Gaza facendo scattare in serata il blocco della sicurezza marittima israeliano. Le immagini in diretta hanno mostrato i soldati salire a bordo e iniziare a identificare i presenti.
A bordo c’erano 21 attivisti di 10 nazionalità, tra i quali due parlamentari francesi di La France insoumise – Emma Fourreau (europarlamentare) e Gabrielle Cathala – e due attivisti italiani: lo skipper barese Tony La Piccirella e il blogger siciliano Antonio Mazzeo. Le opposizioni chiedono ora l’intervento del governo italiano e chiamano in causa la premier Giorgia Meloni. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato stamane con il ministro israeliano Gideon Sàar: i due attivisti italiani verranno assistiti dal personale dell’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv. Sàar ha indicato che la procedura prevede che gli attivisti avranno due opzioni: firmare una dichiarazione per andare in aeroporto e lasciare subito il Paese, oppure venire fermati presso una struttura detentiva locale con rimpatrio forzato nei prossimi 3 giorni.
Un italiano pronto a rientrare
“Hanno la possibilità di firmare una dichiarazione e di partire immediatamente, accompagnati dai nostri diplomatici, per l’Italia, oppure di rimanere per essere espulsi fra 72 ore“, ha confermato Tajani parlando a RaiNews24. Il ministro ha poi aggiunto: “Uno dei due ha deciso di rimanere e farsi espellere, l’altro credo sia orientato a rientrare accompagnato dai nostri diplomatici per rientrare in Italia”. Tajani ha poi voluto rassicurare: “Sono seguiti, stanno bene, non ci sono problemi di altro tipo. Fin dalle prime ore al porto di Ashdod sono arrivati i nostri diplomatici, che sono in contatto con i 2 italiani. Ho informato anche il sindaco di Messina, che mi aveva cercato perché uno dei due è messinese, gli ho dato tutte le informazioni necessarie”. Il riferimento è a Mazzeo che ha deciso di firmare la sua dichiarazione di deportazione volontaria: dovrebbe arrivare a Fiumicino nella mattinata del 28 luglio. Espulsi a stretto giro saranno anche la parlamentare francese Cathala e lo statunitense Jacob Berger, che hanno accettato entrambi di lasciare il Paese. Rimarranno in stato di detenzione, invece, altri 12 componenti dell’equipaggio, compreso l’altro italiano Tony La Piccirella. In pratica dovranno comparire davanti a un tribunale per la revisione della detenzione, in vista comunque della deportazione.
Le opposizioni: “Meloni intervenga”
“Si attivi subito per garantirne l’incolumità e faccia qualcosa, se ne trova il coraggio, per fermare l’orrore e il genocidio“, scrive su X Nicola Fratoianni di Avs. “Questo è l’ennesimo atto illegale che l’Idf compie, l’ennesima prova di disprezzo delle leggi internazionali, incluse quelle del mare. Il governo Meloni agisca immediatamente per il rilascio dei due connazionali il cui unico intento, insieme agli altri, era portare aiuti e solidarietà alla popolazione stremata di Gaza che il governo israeliano sta sterminando deliberatamente ogni giorno”, dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
La deputata M5S Stefania Ascari. annuncia invece di aver presentato un’interrogazione parlamentare rivolta a Meloni e Tajani: “Chiediamo al Governo di rompere il silenzio e di fornire risposte immediate. Vogliamo sapere dove si trovano i nostri connazionali, in quali condizioni versano e quali azioni concrete sta mettendo in campo lo Stato italiano per garantirne l’incolumità e i diritti. È inaccettabile che chi si impegna per portare aiuti umanitari a una popolazione stremata e sotto assedio venga trattato come un criminale. Ed è ancora più grave che tutto questo stia avvenendo nel silenzio delle istituzioni italiane”, sottolinea la deputata Cinquestelle. Durissimo anche Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde: “Questa aggressione ai danni di civili è l’ennesimo atto di violazione del diritto internazionale messo in atto dal governo israeliano. Questo è terrorismo di Stato“. E ancora: “Giorgia Meloni continua a ripetere che ‘non è il momento’ per riconoscere lo Stato di Palestina. Una dichiarazione vergognosa, che svela la totale sudditanza morale e politica di questo governo a Netanyahu e alla sua destra estremista”.
L’arresto illegale e lo sciopero della fame
L’equipaggio ha aspettato l’inesorabile trappola dell’intercettazione e dell’arresto da parte dell’Idf, per denunciare il blocco degli aiuti da parte di Israele. I 21 attivisti avevano annunciato che, dopo l’arresto, faranno collettivamente uno sciopero della fame, non solo per protestare contro Israele e il “genocidio” di Gaza, ma diretto “ai governi del mondo che hanno mancato di difendere il diritto internazionale“, che “hanno abbandonato i palestinesi” e “deluso l’umanità“, chiedendo che siano “dichiarato responsabili”, come recita un drammatico post dello stesso equipaggio della Handala pubblicato su X.
L’Handala chiede ai governi dei 10 paesi di provenienza “protezione e un salvacondotto per i loro cittadini a bordo“, che “stanno facendo ciò che dovrebbero fare i governi”, cioè: portare aiuti umanitari a “rompere l’assedio illegale di Israele su Gaza”. “Se ci fermeranno – aveva detto La Piccirella, raggiunto telefonicamente dall’Ansa – sarà perché i governi non hanno protetto la missione e hanno consentito un’azione illegale in acque internazionali in violazione di tutti i diritti e delle leggi internazionali. Se ci porteranno a Ashdod sarà contro la nostra volontà, saremo sequestrati, con l’Idf che prenderà il controllo dell’imbarcazione in forma militare armata”.
Ex peschereccio norvegese, la Handala è partita il 13 luglio da Siracusa, facendo tappa il 18 a Gallipoli, in Puglia, dove ha imbarcato un carico simbolico di cibo, medicinali oltre a latte in polvere e giocattoli per i bambini di Gaza. La barca ha superato nel pomeriggio il punto il cui lo scorso 9 giugno fu intercettata e portata al porto israeliano di Ashdod la missione precedente della Flotilla, la barca a vela Madleen con a bordo l’europarlamentare Rima Hassan e l’attivista climatica svedese Greta Thunberg.