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Ultimo aggiornamento: 20:45 del 21 Luglio

Gaza, la nuova operazione ostacola il lavoro delle ong. Emergency: “Non riusciamo a raggiungere la clinica”

Lo staff dell'ong a Deir Al-Balah: "Un altro duro colpo all'aiuto umanitario"
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La nuova operazione di terra avviata dall’esercito israeliano a Deir al-Balah, nella parte centrale della Striscia di Gaza, ha causato 134 morti in 24 ore. E sta mettendo a rischio il lavoro degli operatori umanitari, con gravi ripercussioni sulla capacità di assistenza alla popolazione stremata da violenze e fame. In queste ore l’Idf ha ordinato l’evacuazione di un’area fino adesso considerata “umanitaria”, in parte risparmiata dal fuoco dei combattimenti, dove si trovavano 70mila sfollati palestinesi e dove si erano stabilite le ong e il loro staff. Personale che questa notte non ha chiuso occhio a causa delle continue esplosioni, per il suono degli elicotteri vicini, le raffiche di armi automatiche, e il volo costante dei droni.

Il nuovo blocco evacuato separa in due la Striscia: il governatorato di Deir al-Balah a nord e quello di Khan Younis a sud. “Noi insieme agli altri che si trovano a nord siamo stati costretti ad andare via dalla clinica per evitare di non poter raggiungere le nostre case la sera – spiega Raffaela Baiocchi, ginecologa e coordinatrice medica di Emergency, in un video diffuso dall’organizzazione – Chi sta a sud si è reso disponibile a gestire la clinica da solo. Lo staff è ridotto ma si cerca di curare più persone possibili“.

“L’unica strada che era rimasta parzialmente percorribile in quell’area è compromessa e questo ci impedisce di raggiungere i nostri presidi sanitari” è la testimonianza di Alessandro Migliorati, capoprogetto di Emergency a Gaza. Parte dei colleghi gazawi sono dovuti scappare con le famiglie perché le loro tende erano nell’area colpita dall’ordine di evacuazione. Le nostre attività sanitarie non si sono interrotte grazie ai colleghi che abitano in zone non colpite, ma c’è bisogno di tutto lo staff disponibile per poter assistere la popolazione. Ogni giorno visitiamo almeno 250 pazienti, un ritmo non sostenibile a staff ridotto”. L’ordine di evacuazione “ha coinvolto in modo diretto o indiretto un altissimo numero di ong ed è un altro duro colpo all’aiuto umanitario. Anche alcune persone del nostro staff nazionale si trovano in quelle aree colpite. Alcuni di loro sono già al terzo, quarto spostamento forzato in tenda”.

Emergency è impegnata a Gaza da quasi un anno per offrire assistenza e cure gratuite alla popolazione. A gennaio di quest’anno ha aperto la sua clinica di assistenza sanitaria di base nella località di al-Qarara, a Khan Younis. Qui il personale si occupa di primo soccorso, assistenza medico-chirurgica di base, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up post-operatorio, stabilizzazione di emergenze medico-chirurgiche e trasferimento in altre strutture ospedaliere. “Davanti a questo ennesimo violentissimo attacco alla popolazione civile e alla violazione del diritto internazionale umanitario – è l’appello ribadito dell’organizzazione fondata da Gino Strada- torniamo a chiedere con forza al governo italiano di fare pressione sul governo israeliano per il cessate il fuoco immediato e per garantire l’assistenza umanitaria alla popolazione devastata da 22 mesi di guerra”

Emergency ha avviato la sottoscrizione Ora! per fermare il massacro a Gaza. Si può aderire a questo link

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