Raid di Israele sulla chiesa, Parolin: “Legittimo dubitare che sia stato un errore”. Mattarella: “Colpire chi prega o chi ha fame genera odio”
“Diamo tempo, quello che è necessario, perchè ci dicano che cosa è effettivamente successo, se è stato veramente un errore, cosa di cui si può legittimamente dubitare, o se c’è stata una volontà di colpire una chiesa cristiana“. Dietro al tono cardinalizio e diplomatico del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin si riesce a capire che la telefonata tra Papa Leone XIV e il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ha chiuso del tutto il caso del raid sulla chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. In un’intervista al Tg2 Parolin sottolinea tra l’altro che questo “episodio” assume significato tanto più che in Medio Oriente “i cristiani sono un elemento di moderazione proprio all’interno del quadro del Medio Oriente e anche nei rapporti tra palestinesi ed ebrei”.
“Quindi – osserva il segretario di Stato vaticano -, ci sarebbe ancora una volta una volontà di far fuori qualsiasi elemento che possa aiutare ad arrivare ad una tregua perlomeno e poi ad una pace”. “Noi restiamo aperti, anzi ci proponiamo – fa sapere anche il porporato sulle ipotesi di mediazione -, è stato già fatto in varie occasioni. Aldilà di questo, veramente io vedo difficile fare ulteriori passi, anche perché se si usa la parola ‘mediazione‘ in termine tecnico, la mediazione vige soltanto nel momento in cui le due parti l’accettano: ci deve essere disponibilità dalla parte di ciascuno delle due parti in conflitto. Noi continueremo ad insistere come abbiamo sempre fatto senza perdere la speranza, però tecnicamente è molto difficile. D’altra parte, quante mediazioni esterne al Vaticano non hanno funzionato finora. Ci vuole volontà politica per finire la guerra sapendo che i costi di una guerra sono costi terribili per tutti in tutti i sensi”. Alla domnada se veda questa volontà, risponde: “Purtroppo, non vorrei essere troppo negativo, io spero. A chi mi citava le parole di Netanyahu che la tregua sarebbe vicina, dico: io vorrei crederlo“.
Sulla crisi in Medio Oriente si è soffermato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo discorso alla cerimonia per il centenario della Campana dei caduti di Rovereto. “Un punto di riferimento, prezioso in questo momento in cui in contrasto con le attese dell’umanità riemergono ombre di chi vuole reintrodurre guerre di invasione territoriale o il dominio di più forti sui più deboli” dice il capo dello Stato. Il riferimento implicito a ciò che succede a Gaza arriva subito dopo: “O chi intende bombardare i civili. Non ci si limita al già triste compito di colpire i soldati contrapposti, si spara sui luoghi di preghiera, su chi ha fame o sui soccorritori. Questo rischia di creare una spirale di odio che genera a sua volta altre violenze”.